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Morta sul lavoro a Modena: novità dalle indagini sul macchinario che ha ucciso Laila El Harim

Pubblicato: 10/08/2021 17:23

Proseguono le indagini sulla morte dell’operaia 40enne Laila El Harim, trascinata e uccisa da un macchinario in una azienda di Camposanto (Modena). Dalle carte dell’inchiesta aperta per omicidio colposo, nel cui alveo si sarebbe innestata l’iscrizione di due persone nel registro degli indagati, sarebbe emerso uno scenario inquietante relativo alla fustellatrice su cui la donna era impegnata al momento della tragedia.

Morta sul lavoro a Modena: cosa è emerso sul macchinario che ha ucciso Laila El Harim

Stando alle indiscrezioni filtrate in merito alle indagini sulla morte di Laila El Harim, secondo quanto riferito dall’Ansa, sarebbe emerso un elemento importante sul macchinario in uso all’interno dell’azienda di packaging del Modenese in cui si è verificato l’incidente sul lavoro costato la vita alla 40enne.

La donna, riporta l’agenzia, non sarebbe stata formata all’utilizzo della fustellatrice in cui, il 3 agosto scorso, sarebbe rimasta incastrata finendo per essere poi trascinata e uccisa. Sarebbe questa una delle conclusioni sul tavolo della Procura di Modena in merito al decesso della donna nella fabbrica di Camposanto, elemento che irrompe nelle cronache poche ore dopo lo svolgimento dell’autopsia.

Morta sul lavoro a Modena: due indagati nell’inchiesta sul caso di Laila El Harim

Sono due gli iscritti nel registro degli indagati con ipotesi di omicidio colposo: il legale rappresentante e il responsabile alla sicurezza dell’azienda “Bombonette” in cui si è consumata la tragedia. Concluso l’esame autoptico, la salma è stata restituita ai familiari per il funerale, previsto oggi pomeriggio, alle 18, a Massa Finalese, sempre nel Modenese.

Secondo altri elementi emersi nell’ambito delle indagini, la donna avrebbe lamentato spesso malfunzionamenti al macchinario, situazione di cui avrebbe parlato anche con il compagno dopo alcuni turni di lavoro. Al vaglio degli inquirenti alcuni contenuti del telefono della donna, materiale fotografico che la stessa avrebbe prodotto per documentare i problemi della fustellatrice.