Vai al contenuto

Samuele morto dopo essere precipitato dal balcone: l’agghiacciante racconto del presunto assassino del bimbo

Pubblicato: 20/09/2021 18:35

Nel vortice delle indagini sulla morte del piccolo Samuele, il bimbo morto a 4 anni dopo essere precipitato dal balcone della sua abitazione a Napoli, spunta un agghiacciante racconto. A farlo, secondo quanto emerso, sarebbe stato Mariano Cannio, il collaboratore domestico 38enne arrestato in merito al presunto omicidio del piccolo. A margine della convalida del fermo, emergono alcuni passaggi delle sue dichiarazioni davanti agli inquirenti.

Samuele morto dopo essere caduto dal balcone: il racconto del presunto assassino del bimbo

Ho lasciato cadere Samuele, poi sono andato a mangiare una pizza“. Con questa agghiacciante successione di parole Mariano Cannio, il 38enne arrestato con l’accusa di omicidio per la morte del bimbo caduto dal balcone di casa a Napoli, avrebbe raccontato agli inquirenti quanto consumatosi in via Foria il 17 settembre scorso.

Il piccolo è deceduto dopo essere precipitato da un’altezza di circa 20 metri, e l’attenzione investigativa si sarebbe focalizzata su di lui – collaboratore domestico noto per il servizio svolto presso diverse abitazioni del quartiere – nelle ore immediatamente successive alla tragedia.

Dopo la convalida del fermo e il racconto di alcuni testimoni, sarebbe stato lo stesso 38enne indagato a fare parziali ammissioni durante le prime battute dell’interrogatorio. Il risultato, riferisce Ansa, sarebbe una serie di dichiarazioni sconvolgenti.

L’agenzia di stampa riporta altri frammenti della sua sommaria ricostruzione dei fatti: “Ad un tratto l’ho preso in braccio e sono uscito fuori al balcone…. giunto all’esterno con il bambino tra le braccia mi sono sporto e ho lasciato cadere il piccolo (…)“. L’uomo avrebbe poi riferito di essere poi scappato dall’abitazione e di essere andato a mangiare una pizza.

Bimbo caduto dal balcone e morto a Napoli, convalidato il fermo del domestico 38enne

Secondo quanto trapelato poche ore fa e riportato dalle agenzie, il gip di Napoli, Valentina Gallo, ha convalidato il fermo emesso sabato scorso dalla Procura di Napoli a carico di Cannio. L’uomo, accusato dell’omicidio del piccolo precipitato nel vuoto dal balcone di un appartamento al terzo piano in via Foria, a Napoli, inizialmente avrebbe ricondotto l’accaduto al perimetro di un drammatico incidente. Ne corso dell’udienza di oggi, però, avrebbe reso parziali ammissioni. “Non intendo riferire dettagli sulle dichiarazioni rese dall’assistito“, queste le parole dell’avvocato del 38enne, Mariassunta Zotti, che ha mantenuto il riserbo.

Venerdì scorso, riferisce ancora Ansa, Cannio avrebbe affermato di aver avuto un capogiro prima di lasciar cadere il bambino. L’uomo, che avrebbe inoltre dichiarato di soffrire di disturbi psichici, a sommarie informazioni avrebbe raccontato di aver fatto ritorno nella sua abitazione dopo il dramma: “Mi sono steso sul letto e ho iniziato a pensare a quello che era accaduto, dopo sono sceso e sono andato in un bar e ho preso un cappuccino e un cornetto (…)“.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure