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Eitan, oggi l’udienza a Tel Aviv. Presenti nonno materno e zia paterna: la prima decisione dei giudici

Pubblicato: 23/09/2021 12:47

Si è tenuta questa mattina a Tel Aviv la prima udienza in merito al caso Eitan Biran, il bimbo di 6 anni unico sopravvissuto della strage della funivia del Mottarone e conteso tra la famiglia paterna e quella materna. Eitan si trovava a Pavia con la zia paterna, ufficialmente sua tutrice legale per volere del tribunale dal mese di agosto, quando l’11 settembre il nonno materno Shmuel Peleg lo ha sottratto alla custodia della donna portandolo in Israele.

La procura di Pavia ha inserito Peleg nel registro degli indagati, l’accusa è quella di sequestro di persona aggravato (in quanto si tratta di un minore). Shmuel Peleg aveva prelevato Eitan dall’abitazione della zia per una visita autorizzata, dicendo che lo avrebbe portato in un negozio di giocattoli ma i due non hanno più fatto ritorno. Peleg ha invece portato Eitan in Svizzera e da lì ha preso un volo privato per Israele. Da allora la zia paterna e il marito chiedono la restituzione del bimbo, che era atteso in classe per iniziare la prima elementare.

Nel registro degli indagati la procura di Pavia ha inserito anche la nonna materna di Eitan, Etty Cohen, ritenuta complice del rapimento. Dall’11 settembre a oggi tra le due famiglie è stato un costante botta e risposta con tanto di accuse reciproche; l’ultima è quella di Aya Biran che ha affermato che i nonni materni non avevano mai avuto un vero rapporto con il nipotino, cosa che invece avevano i bisnonni materni, morti nella tragedia funivia.

Oggi a Tel Aviv si è tenuta l’udienza porte chiuse per la custodia del piccolo Eitan Biran. In tribunale si erano presentate anche la nonna e la zia materna, (che ha chiesto di adottare il bambino) ma non sono state ammesse in aula.

Eitan: la decisione dei giudici, resterà in Israele

I giudici del tribunale di Tel Aviv hanno preso una prima decisione in merito al caso di Eitan Biran. Come riferisce Ansa, le due famiglie infatti hanno raggiunto una prima intesa: il piccolo resterà in Israele fino al’8 di ottobre, quando riprenderanno le udienze. In questo lasso di tempo la famiglia ha richiesto il silenzio stampa per tutelare la salute di Eitan, a tal proposito l’udienza si è celebrata a porte chiuse.

Fino all’8 ottobre Eitan passerà il tempo sia coi nonni materni sia con gli zii paterni, tre giorni ciascuno. Dopodiché si tornerà in aula e non è detto che si terrà più di una udienza.

Le famiglie chiedono silenzio per tutelare Eitan

In questa nuova, e delicata, fase sul caso Eitan le famiglie hanno chiesto ora il massimo riserbo. Le parole dei legali delle famiglie riportate dall’Ansa: “Non pubblicheremo nessuna informazione né sul contenuto dell’udienza né sulle condizioni di salute di Eitan e chiediamo alla stampa di fare altrettanto. I legali delle due famiglie hanno definito le intese, raggiunte su istruzione della giudice, volte a “difendere il piccolo Eitan e la sua sicurezza, la sua integrità e la sua tranquillità“.

All’uscita dal tribunale né Shmuel Peleg né gli zii paterni hanno parlato con i giornalisti, sono però apparsi commossi e provati dalla vicenda.