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Ballottaggi oggi e lunedì in 65 Comuni con incubo astensionismo: torna il bipolarismo, ma la politica non convince

Pubblicato: 17/10/2021 10:15

Si torna a votare per i ballottaggi in 65 Comuni italiani, oggi e lunedì, tra cui in grandi città come Roma e Torino. Resta il nodo dell’astensione, che ha registrato risultati record durante il primo turno di due settimane fa, confermandosi la vera vincitrice di questa tornata elettorale. Circa la metà degli elettori è rimasto a casa, e il dato rischia di aumentare per i ballottaggi, storicamente con meno affluenza.

Nonostante sia tornata la contrapposizione bipolare tra centro-destra e centro-sinistra nelle città al voto, gli elettori sembrano disincantati dalla politica, specialmente in quelle periferie dove 5 anni il voto di protesta incanalato dai partiti populisti aveva portato alle urne moltissime persone, segnandone i risultati.

Ballottaggi in 65 Comuni oggi e lunedì: come si vota

Si torna alle urne in 65 Comuni, tra cui 10 capoluoghi: oltre a Roma e Torino, le sfide più in vista, anche Benevento, Isernia, Latina, Caserta, Savona, Cosenza e Varese. I seggi saranno aperti oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15, con lo spoglio che inizierà immediatamente dopo la chiusura.

Per accedere alle sedi del voto non servirà il green pass, e non si misurerà la temperatura, basterà osservare le regole standard anti-contagio, come mascherina e distanziamento. Il green pass è richiesto solo per i seggi ospedalieri e per il voto domiciliare, e per i rappresentati di lista accreditati. Per votare occorrerà mostrare un documento d’identità e la tessera elettorale.

La grande paura dell’astensione ai ballottaggi

Al primo turno per scegliere i futuri sindaci dei Comuni al voto, l’astensione si è registrata al 54,69%. Un record soprattutto nelle grandi città del Nord, in testa Torino e Milano, che ha penalizzato soprattuto il centro-destra. Numeri che non fanno ben sperare per questo turno di ballottaggi, dove generalmente si riscontra un calo dell’affluenza. Anche perché non si esprimeranno preferenze, con gli elettori che riceveranno una scheda con i nomi dei due aspiranti sindaci e le liste che li sostengono. Per votare basterà tracciare una x sul nome prescelto, e non è consentito il voto disgiunto.

Non è chiaro se gli appelli dei candidati sindaci siano riusciti a scalfire il disamore per il voto amministrativo. Negli ultimi giorni di campagna elettorale, molti sono stati i richiami ad andare a votare, specialmente per chi l’ha fatto al primo turno e non ha visto la propria scelta entrare nei ballottaggi. Da Roma a Torino, i corteggiamenti ai candidati esclusi non sono mancati, specialmente per quanto riguarda gli elettori del Movimento 5 Stelle, ma non sono arrivate indicazioni di voto, si è preferito lasciare il proprio elettorato libero, un fattore che potrebbe riservare sorprese allo spoglio.

Le sfide da tenere d’occhio al ballottaggio: Roma e Torino

Particolarmente sentiti i ballottaggi nelle grandi città rimaste, Roma e Torino. Nella Capitale la sfida è tra Enrico Michetti e Roberto Gualtieri. La campagna elettorale non è stata particolarmente incisiva, con i due candidati che hanno evitato polemiche e dichiarazioni troppo nette, così da scansare eventuale passi falsi. Molto si è giocato sul portare dalla propria parte gli elettori di Virginia Raggi e Carlo Calenda. Mentre l’ex ministro ha dichiarato che voterà Gualtieri, pur non dando indicazioni al proprio elettorato, l’ex sindaca di Roma non si è espressa. Raggi ha incontrato entrambi i candidati sindaci, ma sono state troppo dure le contrapposizioni durante il suo regno per poter appoggiare qualcuno.

Situazione analoga a Torino, dove Stefano Lo Russo sfida Paolo Damilano. Il primo candidato del centro-sinistra è arrivato ai ballottaggi con il 43,86% dei voti, il secondo con il 38,90%. Anche qui cruciali i voti del Movimento 5 Stelle, ma Chiara Appendino, memore anche lei di aspre battagli in consiglio comunale, non ha dato indicazioni agli elettori. Quello che risalta, in conclusione, è che si tratta di una sfida tutta maschile, nonostante il voto delle donne sarà determinante.