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Pietro Genovese torna in libertà, la decisione dei giudici. Aveva investito Gaia e Camilla a Roma

Pubblicato: 21/10/2021 15:23

Pietro Genovese torna in libertà. Lo scorso luglio aveva concordato una condanna definitiva a 5 anni e 4 mesi per omicidio stradale plurimo, in merito all’incidente in cui persero la vita le due amiche adolescenti Gaia e Camilla.

Era la notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli stavano tornando a casa dopo una serata con gli amici. Stavano attraversando corso Fiume a Roma (non molto lontano da Ponte Milvio) correndo perché pioveva; nel mentre, a bordo di un suv procedeva Pietro Genovese. Secondo quanto emerso dalle perizie svolte nel corso delle indagini, è emerso che Genovese viaggiava a velocità sostenuta e con un tasso alcolemico di 1,4 (tre volte superiore il limite consentito per i patentati, non previsto per i neopatentati fino a tre anni dal conseguimento del documento di guida). Sempre dalle perizie poi affrontate a processo, è emerso che Genovese stava usando il cellulare mentre era alla guida.

La decisione dei giudici su Pietro Genovese

I giudici della Corte d’Appello di Roma hanno disposto, secondo quanto previsto dalla legge per le sentenze passate in giudicato, il ritorno in libertà di Pietro Genovese. Il giovane era gravato dalla misura dell’obbligo di dimora. Ora la decisione su nuove disposizioni passano ai giudici del Tribunale di Sorveglianza che dovrà decidere su come far scontare il residuo della pena di 3 anni e 7 mesi.

Lo scorso 8 luglio Pietro Genovese ha concordato in appello una condanna definitiva a 5 anni e 4 mesi, è accusato di omicidio stradale plurimo.

Il commento dei famigliari di una delle ragazze investite

Sulla decisione della Corte d’Appello, i famigliari di una delle ragazze rimaste uccise quella notte ha fatto sapere che: “La famiglia Romagnoli, ancora affranta dal dolore, preso atto con doveroso rispetto della decisione della Corte d’Appello, si augura soltanto che il Tribunale di Sorveglianza valuti con serenità, serietà e rigore l’istanza di affidamento al servizio sociale allargato che proporrà il condannato“, si legge su Ansa.

Come riferisce Ansa, ora Pietro Genovese dovrà attendere la decisione del Tribunale di Sorveglianza sul “Gravoso problema se il condannato, che dovrebbe espiare ancora poco meno di quattro anni di reclusione, abbia serbato un comportamento tale da consentire il giudizio che l’affidamento in prova, eventualmente da concedere, contribuisca alla rieducazione del reo e assicuri la prevenzione del pericolo che egli commetta altri reati” hanno fatto ancora sapere i famigliari tramite il loro legale Cesare Piraino.

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2021 12:21