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Vaccino Covid-19: terza dose e dose booster. Qual è la differenza tra le due e a chi sono rivolte

Pubblicato: 21/11/2021 15:10

Come stabilito dalla circolare del ministero firmata dal direttore generale Prevenzione, Giovanni Rezza, in Italia, la terza dose del vaccino Covid-19 sarà somministrata almeno 28 giorni dopo l’ultima a trapiantati e immunodepressi. Spesso i termini terza dose, booster e richiamo sono utilizzati come sinonimi. In realtà, però, non è propriamente corretto: ci sono, infatti, alcune differenze. Quale è la differenza tra la terza dose e la dose booster.

Vaccino Covid-19, terza dose e dose booster: la differenza

Come si legge nella stessa circolare del ministero in parte riportata dall’agenzia stampa AdnKronosLe terze dosi riguarderanno i vaccini a mRna”. La dose booster, invece, per gli altri tipi di vaccino “va somministrata dopo almeno sei mesi dall’ultima dose“.

Dose booster di vaccino anti Covid-19: i dettagli

Con il termine dose booster, si identifica “una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale“.

Si tratta quindi di una dose di vaccino anti Covid-19 per coloro che hanno risposto bene alle prime due, ovvero le persone che vengono dette immunocompetenti. Verrà, però, somministrata a distanza di tempo dalle prime due, almeno 6 mesi dopo dall’ultima dose – ma si lavora anche all’ipotesi di ridurre ancora di più l’intervallo.  Come fa sapere la circolare del ministero, a causa delle attuali varianti (ad esempio la variante Delta, oppure la variante Mu), è possibile che la dose booster avrà anche bisogno di ulteriore rinforzo..

La terza dose (addizionale) di vaccino: i dettagli

Per terza dose, invece, si intende “una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria”. Proprio perché ha lo scopo di raggiungere un livello maggiore di produzione di anticorpi, viene detta addizionale o aggiuntiva. Questa dose addizionale potrà essere di uno dei due tipi ammessi in Italia, ovvero Pfizer oppure Moderna. Inoltre, il ministero evidenzia che “al momento, in base alle indicazioni del Cts, si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi“.

A chi spetta la terza dose di vaccino Covid-19

Come coloro a cui spetta la terza dose (addizionale) sono i soggetti più fragili, identificati secondo alcune categorie:

  1. trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
  2. trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
  3. attesa di trapianto d’organo;
  4. terapie a base di cellule T esprimenti un recettore chimerico antigenico (cellule Car-T);
  5. patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
  6. immunodeficienze primitive e secondarie a trattamento farmacologico
  7. dialisi e insufficienza renale cronica grave;
  8. pregressa splenectomia;
  9. sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico.

Attualmente, come afferma la circolare del ministero, sono considerati prioritari i soggetti trapiantati e immunodepressi. Questi ultimi in Italia sono circa 900 mila; si stima che, per raggiungerli tutti, ci vorranno ancora circa 4 mesi.