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Fed e BCE su due strade diverse, TIM parla americano. Il Punto sui mercati

Pubblicato: 26/11/2021 11:02

Con Wall Street chiusa per il Giorno del Ringraziamento c’è stata un po’ di sonnolenza sui mercati, anche se non sono mancati spunti importanti. Oltre all’ampio menù di dati macroeconomici arrivati dagli Usa prima della festività, Fed e BCE hanno rilasciato i verbali delle ultime riunioni di politica monetaria, nei quali è stato confermata la differenza di vedute delle due banche centrali. In italia, i riflettori sono stati tutti per TIM dopo l’offerta “amichevole” arrivata dal fondo americano Kkr, che ha da subito trovato il muro degli azionisti ma non della politica.

Fed pronta a muoversi

Con un’inflazione di base oltre il 6%, i policymaker della Federal Reserve hanno capito che è arrivato il momento di accelerare le misure per raffreddare il bollente contesto dei prezzi. Nella stessa riunione in cui è stato deciso di avviare una riduzione graduale degli stimoli monetari, diversi membri del Fomc (il braccio esecutivo della Fed) hanno suggerito di essere pronti ad adeguare la propria decisione sul tapering, quindi in altre parole ad accelerare il ritmo di riduzione degli acquisti obbligazionari messi in campo durante la pandemia.

Inoltre, con la fine del quantitative easing che, secondo i piani della banca, dovrebbe arrivare nella prima metà del 2022, sono cominciate ad aumentare le voci per un aumento dei tassi d’interesse già il prossimo giugno, molto prima di quanto previsto dalla Fed stessa (2023). “Molti partecipanti hanno notato che il Comitato dovrebbe essere pronto ad adeguare il ritmo della riduzione del QE e alzare i Federal funds prima del previsto” si legge nei verbali del meeting, parole che seguono le indicazioni che arrivano anche dai mercati, che ora stimano un intervallo dei Federal Funds tra lo 0,75% e l’1% entro fine (futures CME).

In BCE tutto fermo

Se negli Stati Uniti la corsa è già iniziata, a Francoforte si stanno mettendo le scarpe. La BCE ha fatto poco o nulla in termini pratici sulla questione inflazione e, come precisato nei precedenti incontri, sarà dicembre il mese in cui si discuterà dei programmi di stimolo. Le strozzature dell’offerta e l’aumento dei prezzi dell’energia rimangono “i principali rischi a breve termine per il ritmo della ripresa e le prospettive per l’inflazione“, e se dovessero durare più a lungo “potrebbero rallentare la ripresa”, specifica la banca nei verbali.  Inoltre, nel ribadire il concetto di temporaneità delle cause dell’inflazione, con un calo previsto nel 2022, la normalizzazione dei prezzi ora richiederà più tempo del previsto, con i rischi già espressi in passato che si sono “inclinati al rialzo” Tuttavia, oltre a riconoscere che l’inflazione durerà più del previsto e che potrebbe fare più danni di quanto stimato, nulla più. Si attende il 16 dicembre.

TIM parla americano

La notizia è arrivata come un lampo, TIM potrebbe passare in mano statunitense. Domenica sera la società ha fatto sapere di aver ricevuto un’offerta da parte del fondo di provate equity KKR (già azionista al 37% di FiberCop) per il 100% delle azioni ad un prezzo di 0,505 euro l’una (circa 11 miliardi complessivi), valore che l’azionista di maggioranza Vivendi ha già bocciato e che secondo alcuni parti politiche è troppo basso per il valore strategico dell’ex monopolista delle telecomunicazioni.

Il fondo Usa, secondo indiscrezioni di stampa, vorrebbe convincere il socio francese rilanciando la proposta introno a 0,80, visto che il gruppo è entrato in TIM ad euro 1,03 per azione e non vorrebbe concludere la campagna d’Italia con una maxi minusvalenza dopo quanto accaduto con le cause legali con Mediaset. Per diversi analisti gli americani dovrebbero arrivare minimi ad 0,90 euro per sedersi al tavolo con i francesi, ma che potrebbe mettere a rischio gli spazi di manovra di KKR visti i debiti di TIM (circa 20 miliardi) e la complessità dell’operazione.

Lato politico, il governo ha cercato di non sbilanciarsi troppo sul valore dell’offerta limitandosi a dire, tramite il ministro Giorgetti prima e il premier Fraghi poi, che TIM è una società di grande valore strategico per il Paese anche in termini di occupazione e che l’interesse estero per un’azienda di questo calibro quotata in Borsa e sicuramente una buona notizia. Tuttavia, anche se l’operazione è in fase embrionale, Draghi ha già strutturato un super Comitato formato dallo stesso Giorgetti, i ministri Colao e Franco, segnale che fa intendere come l’offerta sia stata presa sul serio visto che il fondo non è uno sconosciuto e che, in un modo o in un altro, l’operazione potrebbe andare a buon fine.

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2021 14:55