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Enrico Varriale a processo per stalking e lesioni: il giornalista racconta la sua versione dei fatti

Pubblicato: 01/12/2021 16:01

Enrico Varriale rompe il silenzio e per la prima volta racconta la sua versione dei fatti su quanto accaduto quel 6 agosto 2021, giorno in cui la lite con l’ex sarebbe sfociata in un episodio di violenza. L’ex vice-direttore di Rai Sport ha voluto chiarire i punti principali della vicenda svelando un retroscena molto diverso rispetto a quello noto fino ad ora.

La vicenda risalirebbe ad un arco temporale che va dalla sera del 5 agosto al 6. La donna aveva raccontato che durante la lite il giornalista l’avrebbe picchiata e avrebbe tentato di strangolarla; inoltre aveva riferito di avere dei testimoni del fatto oltre a diversi elementi di prova. Fabio Lattanzi, legale di Varriale, aveva riferito all’AdnKronos lo scorso 22 novembre, aveva detto: “Nessuna prova schiacciante. La procura ha chiesto ed ottenuto il giudizio immediato come in tutti i processi che hanno ad oggetto lo stalking. Siamo confidenti di vedere riconosciuta l’innocenza del Varriale e di chiudere definitivamente questa brutta storia“. Il processo si aprirà il 18 gennaio.

Enrico Varriale rompe il silenzio sulle accuse di lesioni e stalking

Enrico Varriale ha rilasciato un’intervista a La Repubblica (ripresa da diversi quotidiani online come Huffington Post, TgCom24) nella quale ha voluto raccontare il suo punto di vista sulla vicenda. Il giornalista ha esordito rimarcando la gravità dell’accaduto, dicendo: “Lo so benissimo, ho fatto qualcosa che non può e non deve essere fatto. Mai” e ancora “Ho fatto qualcosa che non dovevo fare. Ma so anche che non sono il mostro di Milwaukee e penso che sia giusto dire come sono andati davvero i fatti”.

Varriale ha poi spiegato il perché della scelta di andare subito a processo: “Il gip ha accolto la tesi della Signora. E per questo motivo, insieme ai miei avvocati Fabio Lattanzi e Stefano Maranella, ho deciso di affrontare il processo con rito ordinario. Così avrò modo di raccontare l’intera storia in un dibattimento”.

La relazione tra Enrico Varriale e l’ex compagna

Enrico Varriale ha poi snocciolato i punti chiave della sua relazione con la donna che lo ha denunciato: “Lei viveva a Pesaro col marito. Io ero un uomo libero, a Roma. Ho due figlie grandi ma mi sono separato da mia moglie tanto tempo fa. Con la Signora avevamo cominciato a frequentarci a novembre. Lei veniva a Roma, da me, una settimana sì e una no”.

Il racconto prosegue: “Era “prigioniera” – diceva così – di un matrimonio inesistente. Piangeva al telefono, si sentiva in gabbia. Ritenevo la cosa umiliante per lei e per me, così le ho chiesto di scegliere, un rapporto saltuario non mi interessava. A maggio, come tappa intermedia aveva affittato una casa vicino alla mia. Però le ho detto: il 15 luglio dopo gli Europei o prendi una decisione o la finiamo. Non ebbi risposta”.

Gli ultimi giorni e la lite

Il giornalista ha poi raccontato come le cose siano andate sempre peggio, con la tensione che si è accumulata fino all’esplosione finale: “Il 29 luglio ci vediamo a Roma per decidere se fare qualche giorno di vacanza insieme in Costiera Amalfitana. Quella sera lei si accorse che avevo cambiato password al computer – prima usavo il suo nome – ha dato di matto e mi ha tirato il computer in faccia. Poi però abbiamo fatto pace e siamo partiti”.

Arriviamo al 5 agosto, sera durante la quale la lite avrebbe avuto inizio: “Il 5 agosto da Pesaro mi ha raggiunto di nuovo. Eravamo a casa, lei stava rifacendo il letto e mi ha provocato. Ha cominciato ad accennare alle mie avventure. Dal 15 luglio ero un uomo libero. Prima l’ho rispettata, in ogni senso. La sera del 5 non sono caduto nelle provocazioni e me ne sono andato”.

La lite tra Enrico Varriale e l’ex: cosa è successo il 6 agosto

Sempre a Repubblica, Enrico Varriale ha raccontato quanto accaduto dopo, il giorno in cui si sarebbero verificati gli episodi di stalking e violenza: “Del 6 voglio dire due cose. La prima: non le ho mai messo le mani al collo. Al Gemelli le hanno fatto una prognosi, di cinque giorni. Un’abrasione alla base del collo, solo un’abrasione. La seconda cosa è che ci siamo colpiti tutti e due. Non l’ho picchiata, non ho provato a strangolarla: è stato un litigio”.

Il giornalista ha detto di aver riportato anche lui delle ferite: “Alla fine avevo l’occhio pesto, quello messo peggio ero io. Lo hanno visto diverse persone, anche nei giorni successivi. Ma io non mi sono fatto refertare. Una colluttazione non è meno grave. È comunque diverso. Io non ho mai picchiato una donna”.

“Stavamo litigando. Io parlavo lei chattava. Le chiedo di smettere. E una volta, e due e tre. Le tiro via il telefonino. Lei mi salta addosso. Non le ho mai messo le mani alla gola. Sono cose che non devono capitare. Non mi sono controllato. Ma non sono un violento, non ho provato a strangolarla”.

Sulle accuse di stalking

Enrico Varriale ha poi voluto chiarire anche in merito alle accuse di stalking: “Non sono uno stalker. Dal 6 agosto al 27 settembre, 43 messaggi. Eravamo abituati a scambiarcene trenta-quaranta al giorno. Se mi avesse detto ‘mi disturbi’ sarei sparito, ma lei non rispondeva né mi ha bloccato. Per altro in quei 40 giorni, 25 sono stato fuori Roma”.

Infine, Enrico Varriale ha voluto chiarire ancora un ultimo punto, quello relativo all’offerta fatta alla controparte per ritirare la denuncia per un totale di 15mila euro. Il giornalista ha spiegato a Repubblica che si è trattato di un tentativo suggerito dal suo legale “Di accorciare la gogna mediatica per me e per lei. Mi ha amareggiato leggere l’intervista della Signora, coperta da anonimato e piena di falsità. Non era per comprare il suo silenzio, la mia immagine era già stata distrutta”.