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Le presenze turistiche straniere estive in questi due anni sono scese meno della media. Un buon segno per il futuro?

Pubblicato: 03/12/2021 16:11

Non è vero che, per usare una delle tante frasi fatte, “il turismo è il nostro petrolio”, o che “potremmo vivere di solo turismo”. Un Paese avanzato di 60 milioni di abitanti ha bisogno di essere all’avanguardia nell’industria e nei servizi a maggiore valore aggiunto, dall’IT alla meccanica di precisione, dalla finanza alla farmaceutica. 

Tuttavia quei 40 miliardi spesi dai viaggiatori internazionali nel 2019 hanno fatto molto comodo non solo agli operatori del settore, ma anche a tutta l’economia italiana. 

E il crollo che si è verificato nel 2020 ha contribuito ad aggravare quella recessione da record che ha abbattuto il nostro Pil dell’8,8% l’anno scorso. 

Per questo i dati sulla ripresa del turismo nell’estate del 2021 hanno molta rilevanza, e ha senso parlare di buone notizie di fronte all’evidenza che in fondo l’Italia se l’è cavata meglio della media in Europa, soprattutto se consideriamo gli arrivi dall’estero, quelli più ambiti. 

Si tratta di news positive anche perché, come in altri ambiti, anche in questo il nostro Paese aveva vissuto un declino relativo negli ultimi 10 anni, con una crescita inferiore a quella dei principali concorrenti e di altri Paesi emergenti.

Ma vediamo qualche dato.

Nell’agosto del 2021 le presenze sono state dell’8,9% inferiori a quelle di due anni fa

È a luglio e agosto che si viaggia di più per motivi turistici, e quindi sono le presenze in questi due mesi le più interessanti da esaminare.

Nel luglio 2021 sono aumentate del 53,3% sull’anno precedente, mentre in agosto sono salite del 23,3%. Si tratta di valori superiori a quelli degli incrementi medi europei, rispettivamente del +17,5% (luglio) e del +13,2% (agosto), ma non a quelli registrati nei principali Paesi turistici. 

In Grecia, infatti, la crescita delle presenze è stata di ben il 123,3% (luglio) e del 69,9% (agosto), in Spagna del 95,2% e del 79,4%, in Croazia del 42,9% e del 56,9%. In Germania invece è stata inferiore a quella che si è verificata in Italia.

Certo, i Paesi mediterranei sono quelli in cui il crollo del 2020 era stato più catastrofico. Ed è per questo che in realtà il confronto dovrebbe essere effettuato con il 2019, così da incorporare anche quanto accaduto lo scorso anno. 

Naturalmente non vi è stato un recupero dei livelli pre-pandemici, ma in alcuni luoghi il deficit di presenze è più limitato. Tra questi oltre alla Germania vi è l’Italia. Per esempio in agosto la differenza tra i pernottamenti del 2019 e del 2021 è stata “solo” dell’8,9%, contro il 20,3% medio europeo o il 32,1% greco.  

Dati Eurostat, rielaborazione di Momento Finanza, presenze interne ed straniere

Il turismo straniero sorride all’Italia più che agli altri Paesi concorrenti

L’Italia rimane in una posizione di vantaggio nei confronti dei concorrenti anche nell’ambito delle presenze più “pregiate”, quelle degli stranieri. 

Che sono rimbalzate di ben il 108,8% in luglio e del 71,1% in agosto rispetto a un anno prima. Ma soprattutto sono state inferiori a quelle del 2019 meno della media, del 41,8% (luglio) e del 22,5% (agosto). 

Gran parte degli altri hanno fatto peggio di noi, con la notevole eccezione della Croazia, che è riuscita a perdere, in due anni, meno di tutti. 

Sono, invece, Spagna e Germania i due Paesi che risultano avere avuto quest’estate il numero più deludente di arrivi dall’estero, se paragonato a quello del periodo pre-Covid, e questo nonostante nel caso spagnolo il rimbalzo sia stato imponente. Le presenze massicce di inglesi, tedeschi, e anche italiani sulle coste iberiche non sono bastate a compensare un crollo che l’anno scorso era stato più profondo di quello subito dall’Italia. 

Dati Eurostat, rielaborazione di Momento Finanza

Nell’ultimo decennio, però, gli arrivi stranieri in Italia sono cresciuti meno di quelli in Grecia e Croazia

Quanto avvenuto quest’estate ci ha aiutato a recuperare una parte del terreno perso nel periodo precedente al Covid. 

Perché dobbiamo dirlo, il settore del turismo italiano, almeno per quanto riguarda le presenze straniere, non ha brillato nell’ultimo decennio. 

Se consideriamo quanto erano aumentati gli arrivi dall’estero in agosto dal 2012 in poi, osserviamo che fino al 2019 vi erano stati incrementi piuttosto limitati a confronto di quelli veramente imponenti che avevano beneficiato altre destinazioni. 

È vero, il turismo è stato tra i comparti in cui la domanda si è espansa di più a livello europeo e mondiale, certo più del Pil. E nel caso italiano il +17,6% del 2017 e il +14,5% di due anni fa (in entrambi i casi rispetto al 2012) appaiono, visti da soli, come dei grandi progressi se paragonati a quelli di altri settori. 

Tuttavia impallidiscono di fronte al +78,1% realizzato in sette anni in Grecia, che dopo la crisi anche grazie ai prezzi abbordabili ha vissuto un boom turistico, o al +59,1% portoghese, o ancora al +34,6% croato. 

Dopo lo stop del 2020 e il rimbalzo del 2021 le presenze straniere in Italia sono risultate nel mese di agosto dell’11,2% inferiori a quelle di 9 anni fa, mentre in Grecia e Croazia sono state rispettivamente del 10,1% e del 24,5% più alte. Abbiamo però superato il Portogallo e staccato spagnoli e tedeschi.

Dati Eurostat, rielaborazione di Momento Finanz

In Croazia il turismo si concentra solo nei mesi estivi, in Germania tutto l’anno, l’Italia sta nel mezzo

Che sia l’inizio di un recupero delle posizioni perse come si spera che, complice Next Generation Eu, possa avvenire anche negli altri ambiti dell’economia?

È presto per dirlo, siamo ancora in piena emergenza, ma nel lungo periodo sembra essere strategica la capacità di attrarre turisti stranieri tutto l’anno, diversificando l’offerta e spalmando i ricavi del settore a livello sia temporale che geografico. 

Quando la pandemia sarà finalmente terminata, i viaggi torneranno a essere, con ancora maggior forza, tra le destinazioni di spesa più importanti. E il sempre maggiore peso dato al cosiddetto work-life balance, soprattutto da parte delle nuove generazioni, porterà la domanda di weekend o settimane all’estero a crescere soprattutto nei mesi non estivi.

Già prima del Covid, del resto, vi era una tendenza verso l’incremento dei brevi break in tutto il corso dell’anno. 

L’Italia in base ai dati del 2019 è posizionata a metà strada tra quei Paesi che hanno un turismo quasi solo estivo, come Croazia e Grecia, e quelli che, come la Germania, godono di molti arrivi anche in autunno e primavera. 

Sulle coste dalmate, per esempio, a concentrarsi in luglio e agosto è quasi il 60% delle presenze straniere, mentre nel nostro Paese il 32,2% e in Germania solo il 25,3%. 

Dati Eurostat, rielaborazione di Momento Finanza

La rinata voglia di viaggiare dopo il Covid coinvolgerà comunque tutti i Paesi. L’Italia dovrà essere pronta all’arrivo dei tanti turisti che vorranno tornare a visitare il Belpaese o che magari vi metteranno piede per la prima volta. 

Nella speranza che, così come gli europei ricominceranno ad visitare gli altri Continenti, anche americani, giapponesi, cinesi, ecc. riprenderanno l’abitudine di ammirare le bellezze italiane.

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2021 09:02