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Michele Merlo c’è un primo indagato per la morte del cantante. Stroncato a 27 anni da una emorragia cerebrale

Pubblicato: 10/12/2021 15:23

Sono passati più di 6 mesi dalla tragica morte di Michele Merlo, conosciuto anche con il nome d’arte di Mike Bird. Il cantante è morto a soli 27 anni dopo diversi giorni di ricovero in terapia intensiva dopo essere stato colpito da una emorragia cerebrale causata da una leucemia fulminante.

I genitori di Michele Merlo fin da subito avevano parlato di un presunto caso di malasanità, dato che, come raccontato dallo stesso Merlo nei suoi ultimi giorni, si era già presentato in ospedale una volta e aveva contattato anche il suo medico curante, successivamente una perizia fatta per conto della procura di Bologna ha dimostrato che il cantante avrebbe potuto essere salvato.

Morte Michele Merlo: una prima persona indagata

Ci sarebbe una prima persona indagata per la morte di Michele Merlo, a riferirlo è Il Corriere del Veneto rifacendosi a informazioni trapelate a margine dell’arrivo del fascicolo redatto dalla procura di Bologna a quella di Varese. L’indagine è ora nelle mani della pm Barbara De Munari; alla persona inserita nel registro degli indagati sarebbe contestato il reato di omicidio colposo in merito a condotte mediche.

Nel fascicolo, riferisce il quotidiano, sarebbero riportati diversi elementi probatori emersi dalle indagini del Nas e dall’autopsia sul corpo di Michele Merlo. Ad oggi i medici del Maggiore di Bologna non sarebbero indagati, sarebbero stati scagionati da una perizia che ha dimostrato che al momento del ricovero per Mike Bird era troppo tardi.

Perché Michele Merlo poteva essere salvato

Vogliamo la verità su ciò che è successo a Cittadella a Rosà e a Vergato. Bastava un emocromo per capire cosa avesse, nessuno pensò di farlo. Michele, questo dice la perizia medico legale, si poteva e si doveva salvare”, queste le parole del papà di Michele Merlo, Domenico, riportate da Repubblica. L’uomo infatti si riferisce a quanto accaduto nei giorni antecedenti al ricovero di Mike Bird presso l’ospedale Maggiore di Bologna. Infatti, secondo una perizia è che il giovane cantautore avrebbe potuto essere salvato se la malattia fosse stata diagnosticata in tempo ovvero prima del ricovero a Bologna.

Che cosa è successo prima? Michele Merlo avrebbe cominciato a lamentare i sintomi della leucemia fulminante già a partire dagli ultimi giorni di maggio. A preoccupare maggiormente il cantante è stato un enorme ematoma che gli era spuntato su una gamba probabilmente legata all’emopatia legata alla leucemia fulminante. Merlo si presenta al pronto soccorso di Cittadella (è il 26 maggio), ma non viene ricevuto, invia una mail con la foto dell’ematoma al Centro medico di Rosà ma, come riferito sempre dal Corriere, gli era stato risposto: “L’utilizzo della mail è unicamente per la richiesta di terapia cronica. Per qualsiasi altro motivo, chiamare in segreteria. Inoltre chiediamo di non inviare foto”.

Gli ultimi giorni di Michele Merlo: tra Vergato e Bologna

Merlo è andato poi a trovare la fidanzata, mentre si trovava a Vergato i sintomi sono peggiorati e così è andato al pronto soccorso dove, ma anche in quell’occasione non è stato sottoposto ad esami. Dopo diverse ore in sala d’attesa se ne è andato. A quel punto il malore, l’arrivo al Maggiore di Bologna e la verità dopo la tac; sono i primi giorni di giugno 2021, il 6 Michele Merlo è morto.

Il professor Antonio Cuneo e il dottor Matteo Tudini, periti della procura di Bologna, non ci sono dubbi, come si legge sul Corriere: “Qualora la terapia fosse stata somministrata a partire dal 27-28 maggio (…) avrebbe avuto una probabilità di sopravvivenza compresa tra il 79 e l’87 per cento“.