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Funerali Ravanusa, l’arcivescovo “Tragedia che si poteva evitare”. L’ultimo addio alle 9 vittime della strage

Pubblicato: 17/12/2021 18:05

Si sono tenuti i funerali della strage di Ravanusa celebrati dall’arcivescovo Alessandro Damiano in piazza Primo Maggio alla presenza di tutta la comunità, insieme al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini e il capo nazionale della Protezione Civile Fabrizio Curcio, il capo dipartimento dei vigili del fuoco Laura Leo e il prefetto Maria Rita Cocciufa.

Le salme sono state accolte da un silenzio solenne, rotto solo dal pianto di chi è rimasto, e da corone di fiori, una anche per il piccolo Samuele, il bimbo che sarebbe dovuto nascere in questi giorni morto nel grembo della sua mamma per il quale sono stati liberati dei palloncini blu.

A prendere la parola dopo il vescovo sono stati il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo e della moglie di una delle vittime, Giuseppe Carmina, il 33enne ritrovato lo scorso lunedì dopo il padre.

Le parole dell’arcivescovo sulla tragedia di Ravanusa

Poche parole, quelle dell’arcivescovo sulla tragedia, ma chiare. Riprendendo i passi del vangelo di Luca scelto per le esequie, e dopo aver ricordato uno per uno i nomi delle vittime, ha detto: “Si è fatto buio nella vita delle vittime, si è fatto buio nella vita di Selene e di Samuele, che avrebbe dato alla luce in questi giorni e che, anche se non ha fatto in tempo a nascere era a pieno titolo uno di noi. Si è fatto buio nella vita delle famiglie che fino all’utimo hanno sperato” ha detto, in riferimento al ritrovamento delle ultime due vittime, Calogero e il figlio Giuseppe.

Si è fatto buio nella comunità di Ravanusa che nell’esplosione ha perso i suoi figli e una porzione della propria città, ma ha perso anche la possibilità di sentirsi al sicuro, con un un sottosuolo che si è rivelato pericoloso. Si è fatto buio nella comunità di Campobello di Licata. (…) Si è fatto buio nell’intero paese che ha seguito le fasi di una tragedia che una maggiore responsabilità e un controllo più attento avrebbero forse potuto evitare. Come le donne davanti al sepolcro vuoto per la risurrezione di Cristo, ci chiediamo he senso abbia, e se l’abbia”.

Le parole del sindaco Carmelo D’Angelo

Alla fine delle esequie è intervenuto anche il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo: “Signor Ministro, signor Presidente della giunta regionale, (…) signore autorità, porgo con voi (…) il cordoglio alle famiglie (delle vittime n.d.r.). Un boato, alle 20.35 di sabato 11 dicembre, ha sconvolto la nostra comunità ed ha spezzato le vite e i sogni di 9 persone che stavano nel posto che ritenevamo il più sicuro: la casa”.

“(…) Ci auguriamo che vengano individuate le responsabiltà (…) noi non dimenticheremo” ha poi detto parlando di una per una delle vittime con voce tremante “Non dimentecheremo il lutto, che siamo figli di questa patria” Rircordando quei momenti immediatamente dopo l’esplosione, D’Angelo ha detto: “(…) mi sono sentito solo smarrito e spaurito“.

“Grazie signor prefetto e ingegnere curcio, i soccorsi sono arrivati prontamente rischiando la loro vita. Vigili del fuoco e carabinieri non si sono risparmiati per 72 ore grazie a tutto il corpo dei vigili del fuoco avrmmo voluto fare di più, abbiamo potuto salvre solo la vita di pina e rosetta ma vi saremo sempre grati”.

Il sindaco ha poi continuato a ringrazuare tutte le comunità circostanti che si sono lanciate negli aiuti

Il messaggio della moglie di Giuseppe Carmina

Eliana, moglie di Giuseppe Carmina, con il quale ha avuto le due figlie Miram e Sara, ha preso la parola alla fine delle esequie: “Voglio parlavri della mia speranza e voglio farlo alle persone coinvolte in questa tragedia. Voglio invitarvi a volgere lo sguardo verso le cose che durano per sempre. Non pensate alle cose materiali, abbiamo visto che in una ttimo uno scoppio, tutto è andato via. In quelo dolore Gesù ci ha inondato della sua grazia(…) abbiamo perso tutto (…) è arrivata una forza sovrumana, una serenità interiore” ha detto “la casa è vuota, le nostre bambine chiedono in continuazione, piangono, il nostro letto è diventato graned, quei suoceri che per me erano diventati genitori (…) è tutto pesante. Continuo ad avere la viva certezza che Giuseppe e i miei suoceri sono in Cristo e in un posto migliore di questo”

La donna ha poi parlato del sorriso di suo marito “Il mio Beppe non è nella bara, è in un altro posto. Siamo nati e non moriremo mai più “(ha detto citando Chiara Corbello Petrillo).

Ultimo Aggiornamento: 17/12/2021 18:06