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L’Ue valuta nucleare e gas come fonti “green” per la transizione sostenibile: sull’energia si dividono gli Stati

Pubblicato: 02/01/2022 20:09

Un aspro dibattito sulla transizione sostenibile scuote l’Unione Europea, dopo che la Commissione ha chiesto una valutazione sull’inserimento di nucleare e gas come fonti energetiche “green” nella tassonomia. Questo strumento dovrebbe indirizzare gli investimenti delle imprese in quelle che vengono definite attività economiche sostenibili, con l’ambizioso progetto di unificare la definizione di cosa sia sostenibile e cosa no. Gli Stati europei si dividono però sulla possibilità che il nucleare e il gas vengano inserite nel catalogo. Alcuni Paesi si schierano a favore, tra cui la Francia e in parte l’Italia, mentre altri bocciano senza riserve la proposta.

Tassonomia, il progetto green dell’Unione europea

L’Unione Europea si è lanciata da tempo nel grande progetto di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici, e nella transizione sostenibile. Nel 2019, la Commissione europea ha presentato il Green New Deal, ambizioso piano che si pone come obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel corso degli ultimi anni il percorso è continuato e si è arrivati ora a un appuntamento importante, ovvero alla presentazione della tassonomia, un catalogo che identifichi gli investimenti sostenibili per guidare le aziende in un percorso che porti a un’economia eco-sostenibile. Si tratta di indirizzare miliardi di euro di investimenti nei prossimi decenni, un aspetto della transizione estremamente delicato.

L’obiettivo, tra gli altri, è anche quello di liberare la finanza dal peso dell’etichetta di “greenwashing” per alcune iniziative, l’accusa cioè che alle promesse e aspirazioni seguano ben pochi fatti e che il “green” sia più che altro un espediente pubblicitario. Per questo si rende necessaria la tassonomia, una classificazione unificata e comune a tutti gli Stati europei per identificare le attività davvero sostenibili verso cui indirizzare il capitale. La presentazione della tassonomia doveva arrivare a fine 2021, ma ci sono stati dei ritardi che hanno fatto slittare il termine.

La Commissione europea propone nucleare e gas nelle fonti green

In queste ore è iniziata a circolare una proposta della Commissione europea in merito alla possibilità di inserire gas e nucleare tra le fonti green della tassonomia. Secondo la bozza ottenuto da Politico, si valuta come “necessario riconoscere che i settori del gas fossile e dell’energia nucleare possono contribuire alla decarbonizzazione dell’economia dell’Unione“.

In particolare, il nucleare, che non rilascia emissioni, dovrebbe essere considerato come green se i Paesi che l’adottano possono garantire il minimo impatto ambientale, quindi una dismissione sicura delle scorie nucleari e dei vecchi impianti. Sul gas dovranno vigere restrizioni come il mantenimento di basse emissioni, circa 270 g di CO2 per kilowatt, e che venga usato per sostituire fonti più inquinanti. Valutazioni che la Commissione avrebbe sottoposto a un gruppo di esperti, come riporta l’Agi, i quali dovranno dare il loro parere entro pochi giorni.

Gli Stati europei divisi: contrari Spagna e Germania

La notizia ha generato un terremoto di prese di posizioni lungo l’Europa. Oltre alla levata di scudi degli ambientalisti, anche alcuni Stati europei hanno manifestato il loro sconcerto per quello che viene considerato un passo indietro. Robert Habeck dei Verdi tedeschi, vicecancelliere e ministro dell’Economia e dell’Ambiente, ha bocciato senza mezzi termini la proposta: “Dal nostro punto di vista, non sarebbe stata necessaria questa aggiunta alle regole della tassonomia“. Habeck ha negato la possibile approvazione e ha etichettato come “greenwashing” la proposta della Commissione europea, dichiarando che “annacqua” il concetto di sostenibilità.

Resistenze arrivano anche da Madrid, con la ministra della Transizione Energetica Teresa Ribera che dichiara di non ritenere energia nucleare e gas “energie verdi o sostenibili“. La Spagna rimane una sostenitrice della tassonomia, ma questo rappresenterebbe “un passo indietro” che “manda segnali sbagliati per la transizione energetica europea nel suo complesso“.

La Francia che spinge sul nucleare e l’Italia che si adegua

Mentre si schierano con Spagna e Germania altri Stati europei come l’Austria e il Lussemburgo, reazioni opposte arrivano da Francia e Polonia. I vicini d’oltralpe intravedono possibilità per il loro programma nucleare che, se la proposta della Commissione dovesse spuntarla, potrebbe continuare a ricevere finanziamenti.

Si allinea alla Francia l’Italia, più vicina a Parigi dopo la firma del Trattato del Quirinale. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani evoca le centrali nucleari di  IV generazione, al momento più un progetto che una realtà. Durante un’intervista a Il Corriere della Sera, il ministro ha dichiarato di aver proposto a Francia, Romania e Grecia acquisti comuni sul gas, e ha definito il nucleare come “una tecnologia da studiare, da testare“.

La Lega a favore del nucleare: Salvini pensa al referendum

Chi abbraccia l’apertura al nucleare è la Lega di Matteo Salvini. “Sembra che finalmente anche la Commissione si prepari a riconoscere gas e nucleare come ‘energie Green’. L’Italia non può stare ferma, Lega è pronta anche a raccogliere le firme per un Referendum che porti il nostro Paese in un futuro energetico indipendente, sicuro e pulito“, ha twittato il leader della Lega.

Parole che hanno trovato la riposta di Davide Crippa, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera: “Salvini inizia l’anno nuovo proponendo ricette vecchie e sbagliate per risolvere il problema del caro energia. Mentre la Germania dismette le centrali nucleari e la Francia fa i conti con problemi di sicurezza degli impianti esistenti, il leader leghista evoca una nuova stagione dell’atomo per l’Italia. Inizi allora dicendoci in quali territori insedierebbe le centrali e in quali vuole portare le scorie radioattive“.