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Roberta Ragusa, 10 anni dopo la scomparsa non c’è ancora nessun cadavere (e Logli si dichiara innocente)

Pubblicato: 12/01/2022 17:39

Esattamente 10 anni fa Roberta Ragusa, nel cuore della notte, svaniva nel nulla. La donna di Gello -frazione di San Giuliano Terme- che stava attraversando una tempesta matrimoniale con il marito Antonio Logli non è mai stata ritrovata, né morta né, tantomeno, viva.

Il marito Antonio nel frattempo è stato imputato in 3 gradi di giudizio, con l’accusa di aver ucciso la moglie e di averne fatto sparire il cadavere: nel 2019 è stato condannato in via definitiva per omicidio e distruzione di cadavere.

Roberta Ragusa: la crisi matrimoniale alla radice di tutto

La storia di questo omicidio senza un corpo ha 3 protagonisti: Roberta Ragusa, sparita nella notte da casa sua il 13 gennaio, il marito Antonio Logli, che disse di essersi svegliato la mattina dopo e di non aver trovato la moglie nel letto al suo fianco e di aver così deciso di denunciarne la scomparsa, e di Sara Calzolaio. Quest’ultima, all’epoca dei fatti giovane dipendente della scuola guida dei Logli, aveva intessuto una relazione adultera con Antonio Logli, di cui Roberta Ragusa era venuta a conoscenza: per la donna era stato l’ultimo anno di una crisi matrimoniale he andava avanti da tempo e che lei aveva spesso descritto e narrato spesso in un diario, che ha fornito in sede d’indagini e poi processuale un vasto numero di elementi.

Roberta Ragusa, la scomparsa: il marito la denunciò il giorno dopo

Al momento della denuncia Logli aveva raccontato di aver visto per l’ultima volta la moglie la sera del 12 gennaio, pronta per andare a dormire, intenta a scrivere la lista della spesa in cucina. Nel corso delle prime indagini alcuni fatti avevano messo Logli come unico individuo nella lista dei sospetti: era emerso il dettaglio della relazione con la giovane Sara Calzolaio, nonché una telefonata in cui logli diceva alla ragazza di buttare i telefoni con cui i due comunicavano (dall’analisi degli stessi non era emerso niente di collegato alla scomparsa di Roberta Ragusa).

Logli e la testimonianza di Loris Gozi: il litigio per strada

A rendere ancora più critica la posizione di Logli era stata la testimonianza di Loris Gozi, giostraio della zona, che aveva dichiarato di aver visto la coppia litigare la sera della scomparsa e di aver visto Logli trascinare in macchina la donna. A rendere ancora più complessa la situazione per Logli era stata la caduta che la moglie aveva fatto qualche giorno prima della scomparsa, di cui aveva raccontato al medico curante, a cui a quanto pare aveva mostrato rancore nei confronti del marito.

La testimonianza è stata ciò che ha portato gli inquirenti ad accusare Logli in maniera definitiva: l’uomo è rimasto fuori dal carcere, ma è stato rinviato a giudizio per omicidio e distruzione di cadavere.

Antonio Logli dopo la scomparsa: la vita con Sara Calzolaio

Nel frattempo, la vita di Logli è cambiata: i figli Daniele e Alessia hanno continuato a vivere con lui e a casa loro si è trasferita anche Sara Calzolaio, divenuta a quel punto compagna ufficiale dell’uomo. Logli, pur nella difficoltà di non poter più condurre una vita normale, ha potuto godere di una relativa libertà finché, nel 2019, la Corte di Cassazione lo ha condannato in via definitiva per omicidio e distruzione di cadavere a 20 anni di carcere. Non avendo passato in prigione neanche un giorno dopo il 13 gennaio 2012, sconterà l’intera pena dopo la sentenza definitiva. Il movente era stato individuato in questioni economiche che legavano la Ragusa al marito: la donna voleva lasciarlo ma l’adulterio, in una causa di separazione, avrebbe portato Logli in una posizione di colpevolezza e la moglie avrebbe potuto facilmente lasciarlo senza le proprietà e le attività professionali condivise: secondo l’accusa, per questa ragione Logli avrebbe deciso di uccidere la donna.

Roberta Ragusa, Logli si è sempre dichiarato innocente

Logli, in questi anni, ha sempre dichiarato di essere innocente ed al suo fianco ci sono sempre stati i figli Daniele e Alessia: i parenti di Roberta Ragusa invece credono nella sua colpevolezza. In una lettera dello sorso settembre inviata a Quarto Grado Logli ha nuovamente raccontato il suo punto di vista: “Per la scomparsa di Roberta Ragusa bisognava trovare un colpevole e hanno deciso che dovevo essere io (…)  Sono consapevole che la casa di reclusione di Massa offra opportunità rieducative, ma io dovrei stare altrove. A casa, con i miei affetti più cari (…) Io non so dove sia adesso Roberta. L’unica certezza che ho è che non sono stato io a farle del male”.