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L’iceberg A-68A rilascia 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce in Antartide: l’allarme dell’ESA

Pubblicato: 28/01/2022 21:59

Nel luglio 2017 dalla piattaforma antartica Larsen-C si si è staccato l’iceberg A-68, con una superficie di oltre due volte Lussemburgo. Ha navigato verso nord e nel lungo tragitto si sono andati a staccare altri iceberg più piccoli ma altrettanto pericolosi per l’ecosistema marino. A gennaio 2021 ha raggiunto le coste della Georgia del Sud, sciogliendosi lentamente e rilasciando 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce nell’Oceano. I danni all’habitat locale, sottolinea l’ESA, sono veramente preoccupanti.

L’iceberg A-68A, uno dei più grandi iceberg mai registrati nella storia

Il colossale iceberg A-68 si era staccato dalla piattaforma Larsen-C in Antartide a Luglio 2017, provocando gravi conseguenze all’ecosistema marino. L’A-68 risulta essere tra i più grandi iceberg mai registrati nella storia. Lo riferisce l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, aggiungendo che la superficie del colosso sarebbe almeno il doppio di quella di Lussemburgo. Attraverso i satelliti gli scienziati hanno notato che dall’A-68 si era staccato un enorme blocco di ghiaccio, chiamato A-68A.

Quest’ultimo negli ultimi 3 anni e mezzo ha percorso più di 4000 km finendo per arenarsi sull’isola della Georgia del Sud. Il motivo di preoccupazione principale per gli esperti era che l’iceberg, arenandosi, potesse creare danni al fondale marino e alla fauna del posto. Inoltre l’A-68A, riducendosi negli anni, ha rilasciato circa 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce nell’oceano, provocando gravi danni all’habitat marino locale.

Il viaggio dell’A-68A: tre anni e mezzo dopo essersi staccato si arena in Georgia del sud

A luglio 2017, a oltre 4000 km dalle coste della Georgia del Sud, il colossale iceberg A-68 si è staccato dalla piattaforma antartica Larsen-C. Durante il lungo viaggio, dall’iceberg A-68 si è staccato un altro enorme blocco di ghiaccio rinominato A-68A il quale, a sua volta, si suddivise in berg più piccoli ribattezzati A-68B e A-68C.

Per i primi due anni il blocco principale A-68A rimase a galleggiare nelle acqua fredde del mar di Weddell, poi dietro la spinta delle correnti oceaniche iniziò il suo viaggio verso nord, navigando in acque sempre più calde. Da uno spessore iniziale di 235 metri il gigante di ghiaccio si ridusse a circa 168 metri, rilasciando enormi quantità di acqua dolce nel mar della Scozia, a largo della Georgia del Sud.

L’iceberg rilascia 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce: i danni all’ecosistema

Il fatto che un iceberg due volte la superficie di Lussemburgo navigasse verso le coste della Georgia del Sud ha suscitato non poche preoccupazioni negli scienziati dell’Agenzia Spaziale Europea. Innanzitutto, l’A-68A sarebbe potuto rimanere agganciato al fondale marino, danneggiando inevitabilmente la flora, rischiando di bloccare le correnti oceaniche e ostacolare la fauna locale nell’approvvigionamento di cibo.

Le previsioni degli studiosi sono state scongiurate a gennaio 2021, quando il colosso di ghiaccio si è arenato nelle acque della Georgia del Sud. Fortunatamente, la chiglia dell’iceberg ha evitato per circa 9 metri l’impatto con il fondale marino ed è rimasto attraccato alle coste dell’isola sciogliendosi piano piano. Lo scioglimento, spiega l’ESA, è un effetto da non sottovalutare: infatti sgelandosi, l’A68-A ha riversato circa 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce nell’Oceano, provocando ingenti danni all’ecosistema marino.