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Il secondo giuramento di Sergio Mattarella: “Dignità è pietra angolare del nostro impegno civile”

Pubblicato: 03/02/2022 16:32

È il grande giorno: oggi alle 15.30 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nuovamente giurato e inizierà quindi il suo secondo mandato. Il rigido protocollo è iniziato con la visita del segretario generale della Camera, andato a prendere Mattarella al Quirinale. Il discorso del Capo di Stato.

Sergio Mattarella giura a Montecitorio: i passaggio della giornata

Tutto è iniziato esattamente alle 15.10: dopo essere stato prelevato dal Quirinale, il corteo della Polizia ha scortato la Lancia Flaminia presidenziale verso Montecitorio, dove ad attenderlo c’erano i Presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Al suo arrivo, è suonata la campana del palazzo di Montecitorio, cerimonia seguita poi dalla “giura delle mani” sull’articolo 91 della Costituzione e quindi dai 21 colpi a salve dei cannoni del Gianicolo. Poi, il momento che tutta Italia stava aspettando: il discorso di Sergio Mattarella ai 1009 grandi elettori, arrivato dopo un lunghissimo applauso simile a quello seguito al momento della proclamazione di sabato 29 gennaio.

Signori parlamentari e delegati regionali – ha inIziato – Il Parlamento e i rappresentanti hanno preso la loro decisione e per me una nuova chiamata inattesa alla responsabilità alla quale non posso sottrarmi. Ritorno dunque di fronte a questa assemblea, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione”. Ringraziando per la fiducia, aggiunge: “Adempirò ai miei doveri secondo principi e norme della Costituzione

Mattarella: “Giorni travagliati per tutti, anche per me”

Il pensiero di Mattarella va subito “agli italiani di ogni età regione e condizione sociale, orientamento politico e a quelli più in sofferenza che si attendono dalle istituzioni garanzie di diritti, sostegno e risposte al loro disagio“. Attese che sarebbero state compromesse se l’elezione del Capo dello Stato fosse andata per le lunghe: “Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento. Sono stati giorni travagliati per tutti, anche per me“.

Sergio Mattarella si è rifatto poi alla situazione dell’Italia, all’emergenza sanitaria, economica e sociale: “Non possiamo permetterci ritardi né incertezze. La lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha ridotto i rischi ma non sono consentite distrazioni“. Quindi, il passaggio sull’importanza di tornare al lavoro per far ripartire l’economia, prendere le risorse dell’Europa e continuare il buon lavoro svolto dal Governo.

Europa, Governo e Giustizia: i richiami di Mattarella nel giuramento

Centrali nel discorso al giuramento di Mattarella tre temi: l’importanza dell’Italia in Europa, che rende necessario rilanciare “l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale“. Quindi, un richiamo alla politica estera e alla situazione di tensione tra Russia e Ucraina: “Non possiamo accettare che ora senza neppure il pretesto della competizione tra sistemi diversi, si alzi il vento dello scontro, in un continente che ha conosciuto le tragedie della prima e seconda guerra mondiale“. Un tema sul quale, dice Mattarella, il Governo si è impegnato.

Proprio a Draghi sembra diretta la prima bacchettata del suo discorso: “Quel che appare necessario nel dialogo tra Governo e Parlamento è che sugli atti fondamentali il Parlamento possa esaminarli in tempi adeguati“. Qui è iniziata una lunga standing ovation del Parlamento, specie dall’opposizione che più volte ha lamentato i tempi troppo rapidi delle decisioni dell’esecutivo. La seconda frecciata è invece per la giustizia: Mattarella invoca un processo riformatore profondo, perché “è divenuto un terreno di scontro che ha fatto perdere di vista l’interesse della collettività“.

Poi, aggiunge: “Occorre che venga recuperato un profondo rigore, indipendenza e autonomia sono principi preziosi e basilari, ma che il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini […] devono poter nutrire fiducia verso la giustizia, non avvertire timore per decisione arbitrarie o imprevedibili“.

Il decalogo della dignità del Presidente Sergio Mattarella

Il passaggio che passerà alla storia del giuramento di Mattarella, è quello in cui ha affrontato temi spinosi e quotidiani dell’Italia sottolineando il bisogno di affrontarli tenendo come principio fondamentale alla base la dignità, definita la “pietra angolare del nostro impegno civile“. Un lungo elenco che tocca lavoro, donne, giovani, migranti, carcerati e molto altro. “Gli indici di occupazione sono cresciuti, ma ancora tante donne sono escluse dal lavoro – ha detto Mattarella – Rappresenta un rallentamento nello sviluppo e un ritardo civile, umano“. Così come i giovani costretti a lavori precari e malpagati, o studenti picchiati nelle piazze, la cui voce per il Presidente è “doveroso ascoltare“.

Dignità – ha elencato Mattarella – è azzerare le morti sul lavoro che feriscono la società. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo. Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili non soltanto a minoranze ma alla coscienza di ognuno di noi“. E ancora: “Dignità è impedire la violenza sulle donne, piaga profonda, inaccettabile che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura e dell’esempio“. Dignità per Mattarella è ciò che porta a combattere la tratta e la schiavitù degli esseri umani, contrastare la povertà, dignità di diritto allo studio e di “non dover essere costretti a scegliere tra lavoro e maternità“. Ancora, ha richiamato alla dignità che un Paese deve avere per non avere carceri sovraffollate, che invece “assicurino il reinserimento sociale dei detenuti, la miglior garanzia di sicurezza“. Standing ovation anche quando ha invocato la “dignità di un Paese libero da mafie e criminalità“.

Il resto del giuramento di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica

Dopo il discorso, Mattarella verrà accompagnato dal Premier Draghi all’Altare della Patria, dove renderanno omaggio al Milite Ignoto mentre le Frecce Tricolori sorvoleranno il cielo della Capitale. Scortato dai corazzieri a cavallo, tornerà poi al Quirinale, dove sul Torrino verrà nuovamente issato il vessillo presidenziale. Conclude il giuramento il saluto alle alte cariche dello Stato, nel Salone dei Corazzieri.