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Mattarella di nuovo al Quirinale, dal no al bis alla rielezione: chi lo ha votato e perché ha accettato

Pubblicato: 29/01/2022 22:44

Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica: per la seconda volta negli ultimi 10 anni i Grandi Elettori hanno deciso di confermare lo status quo chiedendo al Capo di Stato di rimanere al suo posto. Una situazione che solo pochi giorni fa sembrava improbabile, ma allo stesso tempo una pista mai del tutto abbandonata, un salvagente della politica in caso di (preventivabile) fallimento. A lasciare qualche dubbio era soprattutto la volontà stessa di Mattarella, che tuttavia ha deciso di rispondere presente alla chiamata. Come si è arrivati a questo punto e chi ha scelto di rieleggere Sergio Mattarella.

Il Mattarella bis è realtà: dal “no, grazie” alla rielezione al Quirinale

Ci sono volute otto votazioni perchè il Parlamento arrivasse ad un risultato che per molti era scontato: il nome di Sergio Mattarella era infatti l’unico che sembrava poter mettere d’accordo le diverse volontà e necessità di una legislatura la cui data di scadenza recita 2023. Non Mario Draghi: troppo delicato e importante il suo ruolo da premier. Non i nomi della destra: troppo divisivi. La gattopardiana scelta di Mattarella, sbagliata nei modi più che nei contenuti, è sembrata inevitabile proprio perché espressione del bisogno di uno status quo necessario a tenere insieme maggioranza e Governo. Pur segretamente voluta, la rielezione è stata pubblicamente sconfessata a più riprese anche dallo stesso vecchio/nuovo Presidente della Repubblica. Solo a novembre, Mattarella aveva negato un possibile secondo mandato, ricordando come Giovanni Leone avesse chiesto “di introdurre la non rieleggibilità del presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco“.

Tuttavia, Costituzione alla mano la rielezione della massima carica dello Stato non è proibita: non c’è traccia di vincoli a un solo mandato negli articoli 83, 84, 85 del testo su cui si regge la Repubblica Italiana. Anzi, in Assemblea Costituente erano stati proprio Palmiro Togliatti e Aldo Moro a decidere di non introdurre il divieto alla rieleggibilità, bilanciando il tutto con l’introduzione del semestre bianco. Quella di Mattarella, nonostante il precedente di Napolitano nel 2013, sarebbe stata una decisione personale e di sensibilità istituzionale. Tutto, però, è cambiato molto velocemente.

Chi ha votato Mattarella e perchè: i “segreti” dietro a una scelta (quasi) scontata

In queste ore, sono state molte le voci entusiaste e poche quelle si sono esposte contro la rielezione di Mattarella: Enrico Letta, Matteo Salvini, Matteo Renzi, Giuseppe Conte, tanti i leader di partito (di maggioranza) contenti per il mantenimento dello status quo. Mattarella è stato eletto con i voti di Lega, Forza Italia, M5S, PD e Italia Viva su tutti: 759 voti che lo proiettano al secondo posto dei Presidenti italiani più votati, sopra Cossiga ma sotto l’inarrivabile Sandro Pertini. Contraria solo Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, che dal bis del Capo di Stato ha solo da perdere.

I motivi della rielezione, che sanciscono allo stesso tempo la vittoria del Parlamento (espressione del popolo) e una sonora sconfitta per la politica incapace di trovarsi d’accordo su un nome diverso come più volte chiesto da Mattarella, sono da rintracciare proprio nella necessità di mantenere le cose esattamente come stanno: la tenuta della maggioranza, il bisogno di proseguire nel lavoro dell’esecutivo di Draghi per uscire dall’emergenza Covid-19 e ottenere tutti i fondi del PNRR, la volontà di non spaccare tutto ora ma di arrivare a fine legislatura il prossimo anno. A rimetterci è proprio Giorgia Meloni, che difficilmente ora potrà contare su elezioni anticipate: la rielezione segna la fine del centrodestra, unito nelle parole ma non nei fatti e ora da rifondare, secondo la stessa delusa leader di FdI.

Perché Mattarella ha detto sì alla rielezione al Quirinale

Ci sono poi i motivi personali di Mattarella: perché ha detto sì dopo aver più volte negato la possibilità di tornare al Quirinale? Gli scatoloni erano già fatti e il Presidente era pronto a tornare a Palermo, ma la processione di capigruppo e leader di partito dopo la settima votazione lo hanno spinto al retrofront. Secondo alcuni osservatori politici, Mattarella potrebbe aver risposto presente solo in cambio di alcune garanzie e condizioni, tra cui una puramente pratica e personale: non risiedere al Quirinale. In serata è stato lui stesso a rivelare il motivo, semplice e puro, per cui ha deciso di mettersi a disposizione della volontà del Parlamento: “I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla presidenza, nel corso della grave emergenza che stiamo tutt’ora attraversando sul versante sanitario, economico e sociale, ha dettorichiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento“.

Mattarella, riprendendo le stesse identiche parole usate nel 2015 all’inizio del suo primo settennato, ha poi aggiunto: “Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati. E devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini“. Non resta che capire, ora, come intenderà esercitare questo secondo mandato: nonostante il precedente di Napolitano, la sensazione è infatti che il nuovo settennato di Mattarella non avrà le stesse caratteristiche e che, anzi, il suo ruolo sarà più che mai centrale, sul filo del semi presidenzialismo.

Mattarella è il nome giusto, ma la politica è una sconfitta

Le parole entusiaste dei vari Letta, Salvini, Di Maio e gli altri che hanno sostenuto la rielezione di Mattarella sono da leggere tra le righe. Perché in pochi hanno da dubitare sullo spessore e il prestigio, il valore e la grandezza di Sergio Mattarella – e lo dimostrano le prime reazioni internazionali e probabilmente quelle dei mercati nei prossimi giorni, che tendono a premiare la continuità e non l’incertezza – ma il suo nome segna una sonora sconfitta per la politica: la maggioranza ha sostanzialmente alzato bandiera bianca, dichiarandosi incapace di mettere davvero in atto quell’alleanza di scopo su cui si fonda l’esecutivo stesso.

Sarebbe stato diverso se Mattarella fosse stato votato di getto, alla prima votazione. Ce ne sono volute invece otto e vari spergiuri che “no, Mattarella no” prima di ammettere l’impasse e tornare sui propri passi. La maggioranza, alle strette, ha così scelto di battere in ritirata e garantirsi la possibilità di arrivare a fine legislatura. Un jolly politico che ora dovrà far fruttare al meglio per non dover poi pagare il conto alle urne. Gli italiani, che in questi giorni si sono detti a favore di un Mattarella bis, potrebbero non vedere di buon occhio un’ulteriore perdita di tempo da parte di chi, con mesi e mesi di tempo a disposizione, si è poi ridotto all’ultimo prima di guardarsi negli occhi e ricorrere ancora una volta a Tomasi di Lampedusa e la frase del Gattopardo che più di tutte sembra, ancora una volta, sintetizzare il quadro politico italiano: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi“.

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2022 09:05