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Festival di Sanremo 2022 da record, ma vince il ritorno alla vita: sul podio dopo anni di pandemia e isolamento

Pubblicato: 06/02/2022 03:08

Il Festival di Sanremo si è appena concluso con la vittoria, quasi annunciata, di Mahmood e Blanco e la loro Brividi con grande consenso tanto del pubblico da casa quanto di quello in sala.

Un’edizione, questa del 2022, che ha segnato record su record, per ascolti, numeri d’esordio delle canzoni in gara sulle classiche mondiali (come proprio nel caso di Mahmood e Blanco) e così via. Questo Festival ha messo il sigillo sul sentimento di rinascita del Paese, anzi, si può dire che è stata una vera parabola iniziata, si può dire, con la vittoria dei Måneskin quasi un anno fa a Sanremo e poi all’Eurovision, seguita dalla lunga estate sportiva tutta tricolore.

Il Festival di Sanremo rinasce come l’araba fenice insieme all’Italia

Due anni fa, proprio in questo periodo, Amadeus consacrava Diodato vincitore della 70esima edizione del Festival, circa un mese dopo, l’Italia piombava in un incubo alimentato da parole come lockdown, tamponi, zone rosse, mascherine… Il Covid-19 ha fatto irruzione nella vita di ogni cittadino del mondo, l’Italia è forse il Paese che più ne ha sofferto, sono ancora forti e fresche le immagini dei carri dell’esercito che portano via le bare dei caduti per Covid a Bergamo e provincia. Nel giro di un mese, dal clima di festa e spensieratezza del primo Sanremo co-condotto da Amadeus e Fiorello, era un lontano ricordo; le luci e i colori erano diventati buio.

Successivamente c’è stato il Sanremo 2021, spostato a marzo sperando in misure meno stringenti, ma non è stato così. La 71esima edizione del Festival della canzone italiana si è rivelato essere specchio dei tempi oscuri che stavamo vivendo (ancora) come Paese. L’Italia era divisa tra zone rosse e arancioni e, come ha ricordato il Governatore della Liguria Toti durante una delle conferenze stampa, lui stesso aveva firmato l’ordinanza di zona rossa per la città di Sanremo (costata a Orietta Berti un inseguimento da parte dei carabinieri perché aveva violato il coprifuoco).

Un teatro Ariston così non si era mai visto, i posti a sedere vuoti riempiti per una sera con dei palloncini, battute sulla situazione per rendere l’atmosfera meno pesante e la voglia, sempre di Fiorello e Amadeus di portare spensieratezza a tutti gli italiani ancora confinati in casa. Accade qualcosa di magico però, come un incantesimo che spezza una maledizione, la vittoria dei Måneskin: questi ragazzi poco più che ventenni e pieni di voglia di mordere la vita e salire sul tetto d’Europa ha riacceso una piccola scintilla che presto si è trasformata nella fiamma che ha portato l’Italia a rinascere dalle ceneri

Sull’Ariston la voglia di rinascere

Forse, visto che Sanremo è la città dei fiori, sarebbe più opportuno usare un’altra metafora per descrivere il culmine del percorso dei tre Festival condotti e diretti da Amadeus. Una kermesse che come un fiore che sboccia a primavera, un’esplosione di vita e di energia ampiamente portato in scena non solo dalle leve più giovani ma anche da quelle “vecchie glorie” che tanto vecchie non sono. Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Iva Zanicchi hanno dato tutto quello che potevano dare su quel palco, il primo in particolare sembra star rivivendo una seconda giovinezza che ha talmente contagiato il pubblico da convincerlo al punto da regalargli il podio.

È un Festival che racconta la dolcezza, il ricordo e l’accettazione di sè; della forza che supera ogni ostacolo perché d’altronde “Come può uno scoglio arginare il mare”? Ci ha ricordato Michele Bravi cantando Battisti. C’è la voglia di divertirsi e giocare con la spensieratezza dei più piccoli che Maria Chiara Giannetta ha portato in scena. C’è chi evidenzia l’unicità come valore che unisce e aggrega… Un Festival in cui, come ha detto il direttore Coletta in conferenza stampa venerdì: “Passato, presente e futuro raggiungono il mix migliore che si potesse raggiungere”, certo, lui si riferiva alla serata cover eppure perché non ampliare questo anche al Festival che è riuscito nella missione di guardare al futuro proprio “Riportando davanti alla tv i protagonisti del nostro futuro”.

E forse alla fine, bisogna guardare ai fatti, questo Festival di Sanremo, con i suoi record, le critiche per alcuni interventi sul palco, per i suoi giovani, i suoi meno giovani… è stato davvero un inno alla vita, a quella voglia di guardare verso il sole ai primi cenni di primavera dopo un lungo inverno.