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Mario Cerciello Rega, parla la famiglia di Finnegan Elder Lee: “Una tragedia senza paragoni”

Pubblicato: 08/02/2022 21:08

Avrà inizio a breve il processo di appello per l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate nella notte tra il 25 ed il 26 luglio 2019. Per l’omicidio sono stati condannati in primo grado Finnegan Elder Lee e Gabriel Natale Hjorth, i due ragazzi che hanno aggredito. In occasione dell’inizio del secondo grado di giudizio la famiglia di Finnegan Lee Elder ha voluto rilasciare una nota in cui parla degli ultimi anni, della posizione dei familiari del condannato Elder e del rapporto con il sistema carcerario italiano.

Mario Cerciello Rega, ucciso senza pentimento

Nel maggio 2021 la corte d’Assise si era espressa nei confronti dei due giovani americani che, nella notte del 25 luglio 2019, avevano aggredito il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ed il suo collega, uccidendo il primo e ferendo il secondo. La corte aveva emanato una sentenza di ergastolo per entrambi, al momento in carcere in Italia, e nelle motivazioni di sentenza aveva giustificato la pesante condanna parlando di totale assenza di pentimento da parte dei due giovani, che secondo le indagini ed i giudici avrebbero colpito per uccidere: “La volontà omicidiaria è evidente” si poteva leggere nelle motivazioni di sentenza: “Anche l’arma, un coltello da combattimento, con lama lunga circa 18 centimetri lo conferma, le ferite riportate dalla vittima escludono che i fendenti possano essere stati inferti a scopo di difesa, tutte le lesioni risultano molto gravi”.

Mario Cerciello Rega, parla la famiglia Elder Lee

La sentenza era stata accolta dalle famiglie degli imputati e dai loro legali con sgomento: “Siamo fiduciosi che verranno portate alla luce le anomalie e le molte informazioni sbagliate emerse nel processo di primo grado, ma di questo se ne stanno occupando gli avvocati. Speriamo che la verità di quanto accaduto realmente quella notte venga fuori”, si legge nella nota ora diffusa. Al contempo, parlano del dolore che il fatto ha portato nella famiglia Elder: “Questo fatto ha segnato e segnerà per sempre tutta la nostra vita, e con questo peso comunque non solo Finnegan, ma tutta la nostra famiglia dovrà cercare di andare avanti”. La famiglia descrive l’accaduto come “una tragedia senza paragoni che ha stravolto l’esistenza di molte vite: prima di tutto quella della famiglia Cerciello- ma anche la nostra e quella del nostro ragazzo. Un dolore con il quale purtroppo dobbiamo imparare a convivere”. Al fianco dei genitori di Elder Lee ci sarebbero però i volontari, che gestiscono il dialogo con i detenuti di Rebibbia: “Sopravviviamo anche se lontani grazie ai volontari di Rebibbia e alla parole di Don Claudio Burgio”.

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2022 15:04