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La guerra tra Russia e Ucraina è alle porte, possibile un’invasione imminente: “Può iniziare in ogni momento”

Pubblicato: 12/02/2022 10:11

Lo spettro della guerra aleggia sull’Europa dell’Est: la situazione tra Russia e Ucraina potrebbe precipitare molto presto, secondo quanto dichiarato dal Segretario di Stato americano Blinken. Nonostante le smentite di Putin, l’intelligence teme un possibile attacco già durante i prossimi giorni. Sono oltre 100.000 i militari russi schierati attorno al confine dell’Ucraina, che incassa il sostegno della Nato ma si deve preparare per una possibile e imminente invasione.

Un’invasione potrebbe iniziare in ogni momento“: sale l’allarme per l’Ucraina

Non accenna a diminuire la tensione sul confine russo-ucraino, rovente in questi ultimi giorni. Secondo quanto riportato da numerose fonti estere, è in corso una massiccia esercitazione militare congiunta tra Russia e Bielorussia: una posizione strategica in quanto molto vicina a Kiev. Sarebbero in tutto oltre 100.000 i militari russi che ora circondano lo Stato ucraino in più direzioni. Una prova di forza con cui Mosca cerca di scoraggiare Ucraina e Nato dal portare avanti la richiesta di adesione del paese confinante con il gigante russo. La de-escalation tarda ad arrivare e le fonti d’intelligence americana non nascondono i rischi di un imminente attacco.

Il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken, in conferenza stampa, ha alzato il livello di allarme sulla situazione in Ucraina dicendo: “Per metterla in modo semplice, continuiamo a vedere segnali preoccupanti di un’escalation russa, incluso l’arrivo di nuove forze sul confine Ucraino“. Poi ha aggiunto: “Siamo in una finestra temporale in cui un’invasione potrebbe iniziare in qualsiasi momento, anche durante le Olimpiadi“.

Guerra tra Russia e Ucraina, Usa e Uk chiedono l’evacuazione del personale

Potrebbe quindi arrivare prima del 20 febbraio un attacco della Russia su Kiev, nonostante le smentite del Cremlino che può contare sul supporto della Cina – a sua volta interessata alla partnership con la Russia per risolvere la questione Taiwan. Le democrazie mondiali sono al lavoro, ma non filtra ottimismo soprattutto dopo il gelo seguito dall’incontro tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’omologa britannica Liz Truss.Tra di noi è in corso una conversazione tra un muto e un sordo” ha detto Lavrov, facendo precipitare i rapporti diplomatici tra UK e Russia ai minimi storici.

Anche per questo, Boris Johnson si è allineato con Joe Biden – che oggi sentirà telefonicamente Putin – nel richiedere ai connazionali di lasciare immediatamente l’Ucraina. L’evacuazione del personale e dei cittadini è stata chiesta anche da U.S.A, Corea, Giappone e Lettonia. L’UE, per il momento, attende e confida ancora in un dialogo con Mosca, invitando però al contempo il personale non essenziale di lavorare da remoto fuori dai confini ucraini. Gli Stati Uniti, nel frattempo, hanno intensificato la presenza militare in Polonia con altri 3.000 soldati.

L’Italia e l’UE aspettano: Draghi confida nel dialogo con la Russia

Con una nota dalla Presidenza del Consiglio, è stato reso noto che ieri pomeriggio Mario Draghi ha partecipato ad una videoconferenza assieme a Biden, Macron, il Cancelliere Scholz, Boris Johnson, il premier canadese Trudeau, il Presidente della Polonia Duda, quello rumeno Iohannis, il Presidente del Consiglio Europeo Michel, la Presidente della Commissione Europea von der Leyen e il Segretario Generale della Nato Stoltenberg. L’Europa, al momento, condivide lo scenario rappresentato e conferma l’esigenza di ricorrere a una “ferma postura di deterrenza“, mantenendo però al contempo aperto il dialogo con Mosca. Draghi “sostiene l’opportunità di sanzioni gravi, pur continuando a sperare in un utile dialogo“, sanzioni discusse e adottate in caso di aggressione all’Ucraina.

Crisi tra Russia e Ucraina: perchè sta per scoppiare una guerra e cosa rischia l’UE

La situazione tra Russia e Ucraina è tesa ormai da anni: la guerra tra i due paesi è formalmente iniziata a febbraio del 2014, con l’annessione della Crimea alla Russia seguita alle proteste note come Euromaidan e alla rivoluzione ucraina che ha portato all’allontanamento del presidente Viktor Janukovyč. La richiesta di adesione dell’Ucraina nella Nato, il cui Piano d’azione per l’adesione o Membership Action Plan (MAP) è stato approvato lo scorso gennaio, ha esacerbato ancora di più le relazioni tra i due Paesi dell’Est: il Cremlino non vuole assolutamente che un Paese confinante entri a far parte dell’alleanza atlantica. Dal punto di vista russo, si ripeterebbe sostanzialmente la stessa situazione che ha portata alla crisi dei missili di Cuba e al picco della Guerra Fredda nel 1962: la più grande forza “nemica” alle porte di casa.

L’Occidente insiste nel rassicurare Mosca che la Nato non costituisce una minaccia per la Russia, ma le prove di forze in corso fanno capire che le rispettive garanzie non vengono prese sul serio. Dalla sua, la Russia potrebbe reagire anche chiudendo i rubinetti del gas che illumina e riscalda l’Europa: gli effetti si stanno già vedendo nella crisi energetica e il rincaro delle bollette che riguarda anche l’Italia. Biden nei giorni scorsi ha avvisato Putin che in caso di attracco all’Ucraina il gasdotto Nord Stream 2 – che dal Mar Baltico porta ulteriore gas in Europa passando per la Germania – non si farà più. Gli Stati Uniti però non dipendono dal gas russo come l’Europa, motivo per cui probabilmente l’UE sta cercando in tutti i modi di proseguire con la via della diplomazia per risolvere una crisi che, sotto tutti i punti di vista, ha tutti i prodromi di una guerra mondiale.

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2022 10:12