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Crisi Ucraina, la via diplomatica può evitare il conflitto? Quali sono le richieste della Russia all’occidente

Pubblicato: 14/02/2022 19:25

Sembra essersi riacceso un forte ottimismo verso una risoluzione in chiave diplomatica della crisi che sta coinvolgendo l’Ucraina. Anche se continuano le esercitazioni militari dell’esercito russo al confine sud-est, dove da circa due mesi sono accampati circa 130mila soldati russi, le operazioni sul piano del dialogo proseguono; dopo il colloquio in videochiamata tra il Presidente Biden e il Presidente russo Putin, nelle ultime ore è intervenuto anche il Cancelliere tedesco Scholz che ha avuto un fruttuoso colloquio con il leader ucraino Zelensky, che nella giornata di martedì incontrerà Putin

La via del dialogo è stata ampiamente richiamata anche dal fronte russo, il ministro degli esteri Lavrov ha ribadito la disponibilità russa al confronto, e sono bastate le poche parole pronunciate a riportare un lieve rialzo nei mercati (che questa mattina si sono aperti in negativo). L’ipotesi che mercoledì possa esplodere il conflitto resta forte, ma qualcosa sembra si stia muovendo, soprattutto nell’evitare il “pretesto” dell’inizio degli scontri.

La soluzione della crisi Ucraina può essere diplomatica

Storicamente il dialogo e le operazioni diplomatiche hanno fatto da contraltare alle dimostrazioni di forza, che in questo caso si vedono nelle esercitazioni militari russe al confine e nel prepararsi a combattere e a difendersi dei cittadini ucraini.

Mentre i leader mondiali fanno appello alla Russia per retrocedere, le parole pronunciate dal ministro degli esteri russo Lavrov a Putin hanno fatto ben sperare, ovvero che esistono “Chance” di trovare un accordo con l’Occidente sull’Ucraina e, anche se Putin ha definito “L’espansione della Nato infinita e molto pericolosa” sempre al suo ministro, fonti europee considerano un “Bluff” l’ipotesi dell’attacco.

Inoltre la Tass, agenzia di stampa russa, ha riferito le parole del ministro della Difesa russo Sergej Shoigu: “Una parte delle esercitazioni delle forze armate russe si sta concludendo, un’altra sarà completata nel prossimo futuro“, parole che farebbero presupporre per una risoluzione “pacifica“.

Lavrov ha voluto però precisare che: “Sta procedendo nel suo dialogo con i partner Occidentali, in particolare con gli Stati Uniti, alla ricerca di risposte alle sue legittime richieste. (…) Come ministro degli Esteri, devo dire che c’è sempre una chance (…) La Russia è disponibile ad ascoltare contro argomentazioni serie”.

Che cosa vuole la Russia? L’Ucraina fuori dalla Nato e il rispetto degli accordi di Minsk

I punti chiave espressi dalla Russia restano invariati dall’inizio delle tensioni, in primis non vuole che l’Ucrain aderisca al programma della Nato, perché questo implicherebbe una forte presenza degli eserciti statunitensi ai confini. Sulla questione è intervenuto anche il Cancelliere Scholz che ha ribadito che l’ingresso nella Nato dell’Ucraina al momento non è una priorità.

L’altro punto chiave è quello degli accordi Minsk, dopo il cessate il fuoco tra Mosca e Kiev. L’accordo è stato siglato per porre fine alla guerra dell’Ucraina orientale e sono stati firmati il 5 settembre 2014 dal Gruppo di Contratto Trilaterale composto da rappresentati di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Lugansk e Repubblica Popolare di Doneck. Che cosa prevedono?

  • La fine dei combattimenti nel Donbass
  • Autonomia nelle elezioni locali
  • Autodeterminazione linguistica per chi parla russo
  • Ritiro delle truppe straniere e delle armi pesanti
  • Amnistia ai separatisti
  • Garantire il monitoraggio continuo della frontiera russo-ucraina e la loro verifica da parte dell’OSCE attraverso la creazione di zone di sicurezza nelle regioni di frontiera tra l’Ucraina e la Russia.
  • Una legge sulla prevenzione della persecuzione e la punizione delle persone che sono coinvolti negli eventi che hanno avuto luogo in alcune aree delle oblast (regioni) di Doneck e Lugansk, tranne nei casi di reati che siano considerati gravi.
  • Adozione di misure atte a migliorare la situazione umanitaria nel Donbass

ll nodo dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato

Se la Russia è inamovibile sulla possibilità di ingresso dell’Ucraina nella Nato, il Premier ucraino Zelensky spinge in quella direzione in quanto “Garantirebbe la nostra sicurezza”, così ha ribadito nella conferenza stampa con il Cancelliere Scholz.

Gli effetti delle crisi sulla Borsa internazionale

La tensione tra Russia e Ucraina sta avendo però gli effetti di una vera guerra economica, non solo per quanto raccontato da diversi testimoni residenti in Ucraina, che hanno denunciato una fuoriuscita di denaro (ad accennnarlo all’Adn è stato lo chef Salvatore Leo, italiano in Ucraina, che nel suo ristorante ospita spesso il premier Zelensky) ma anche un risveglio drammatico per la Borsa internazionale. In Europa si è registrata un’apertura in calo al -2,3% proseguendo in discesa fino a sfiorare il -4% per poi risalire al -2% a seguito delle dichiarazioni del ministro degli esteri russo.

Lo spread tra Btp e Bund è sceso a 167 dopo aver aperto a 171 per poi risalire a 170. Infine, il Tasso del prodotto del Tesoro è all’1,95% i massimi raggiunti da maggio 2020. Le più colpite: Francoforte, Londra, Parigi e Madrid.

Calo anche per le Borse asiatiche, che hanno chiuso in netto calo: Tokyo -2,23%, Hong Kong -1,38%, Shenzhen -0,76%. Traballamenti anche nei costi del petrolio e del gas.

La tensione cresce ma i leader mondiali stanno lavorando affinché avvenga una de-escalation e riportare una situazione di pace, soprattutto per le popolazioni delle regioni interessate che non hanno avuto tregua negli ultimi 20 anni.

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2022 19:36