Superato il picco della quarta ondata di Covid-19, l’Italia guarda verso un prossimo futuro in cui il Green Pass non servirà davvero più. Introdotto la scorsa estate, potrebbe addirittura durare meno di un anno la necessità di esibire la certificazione verde per lavoro, trasporti e attività. Lo sostiene il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ma non tutti sono d’accordo con la totale rimozione.
Green Pass via già dal 31 marzo? Per il sottosegretario Costa è possibile
Nel giorno in cui entra in vigore l’obbligo di Super Green Pass per i lavoratori over 50, prende forza la prospettiva di un prossimo futuro senza certificazione verde. Il 31 marzo scadrà lo stato di emergenza e secondo quanto filtra se il trend dei contagi e soprattutto della campagna vaccinale proseguirà come nelle ultime settimane potrebbe non essere necessario rinnovarlo. Da qui, la possibilità che anche il Green Pass diventi già storia vecchia. Lo sostiene anche Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, a Rai Radio 1: “Fortunatamente i dati della pandemia ci dicono che siamo in una fase positiva, ma il virus c’è ancora e dobbiamo fare un ultimo sforzo per portare il Paese fuori da questa situazione“.
Quando gli è stato chiesto del non rinnovo del Green Pass dal 31 marzo, ha risposto: “Credo che sia uno scenario possibile, dobbiamo completate la somministrazione delle terze dosi ma con questo ritmo per marzo potremmo aver finito e così si potrà aprire uno scenario con meno misure restrittive“. Uno scenario sostenuto anche da alcuni virologi come Matteo Bassetti: “Il Green Pass ha esaurito il suo compito di strumento per far vaccinare gli italiani. Mantenerlo oltre il 31 marzo non porterà a far immunizzare di più di quanto fatto fino ad oggi” ha detto all’Adnkronos Salute. E aggiunge: “Andare oltre il 31 marzo è mostrare i muscoli per un gioco che non vale la candela“.
Addio al Green Pass, ma non per tutti gli ambiti: la proposta
Il parere di Bassetti arrivai in risposta a quello di Walter Ricciardi, che sostiene sia necessario mantenere il Green Pass almeno per tutto il 2022. Non è l’unico a sostenere che un liberi tutti sia troppo prematuro: il professore associato di Malattie infettive dell’Università di Pisa e segretario della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Marco Falcone, sceglie infatti una via di mezzo. All’Adnkronos Salute, ha infatti dichiarato: “Il mantenimento del Green pass in tutti gli ambienti extralavorativi e ludici, in assenza di una revisione che si basi sull’andamento della pandemia, non la vedo una scelta al momento ragionevole“.
Tuttavia, “su categorie come operatori della sanità, forze dell’ordine eccetera penso debba rimanere perché non possiamo mettere a rischio la macchina dello Stato“. Sì al Green Pass anche oltre il 31 marzo, quindi, ma solo per alcuni ambiti. Altrimenti, visto il calo dei contagi, il tasso di vaccinazione e il fatto che il virus sia diventato prevalente negli ultimi 2 mesi, “credo che almeno nei luoghi di aggregazione l’obbligatorietà del Green pass potrebbe essere superata“.