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Si paga più la bottiglia della passata che il pomodoro stesso. I costi per le confezioni sono alle stelle

Pubblicato: 04/03/2022 20:58

Il rialzo dei prezzi per i prodotti a causa della crisi energetica e delle prime si riflette sui costi di produzione non solo del cibo ma anche sul confezionamento, dalla plastica per i contenitori alimentari all’acciaio per i barattoli, dal vetro per le bottiglie e i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti

Inflazione inarrestabile causano un rialzo delle materie prime

È Il Sole24Ore a riportare le indagini di Coldiretti circa il rialzo dei prezzi per le materie prime, in particolare per gli articoli di confezionamento causati anche dalla guerra in Ucraina.

I più colpiti dai rincari sono gli agricoltori costretti ad affrontare costi di produzione senza precedenti, ma anche i consumatori con l’inflazione che spinge i prezzi al consumo e aumenta il numero di persone sulla soglia della povertà. E’ quanto afferma la Coldiretti, in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a febbraio.

Il balzo dei costi energetici si trasferisce, infatti, a cascata sui bilanci delle imprese costrette a vendere sottocosto. La Coldiretti denuncia, infatti, che 1 chilo di grano nonostante gli aumenti, viene pagato agli agricoltori 31 centesimi; serve per produrre un chilo di pane che viene venduto a consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 4 euro a seconda delle città.

L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale pari a circa il 10% e il problema vero è il costo dell’energia che ha colpito tutte le attività produttive; dal gasolio per le macchine agricole al riscaldamento per le serre, al prezzo dei concimi per la fertilità dei terreni. Così si crea il paradosso della salsa di pomodoro, perché si paga più la bottiglia che la salsa in essa contenuta.

I costi di produzione della passata di pomodoro

In una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore, secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.

Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.