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Mariupol, 400mila persone in ostaggio e 3mila bambini che rischiano di morire: il dramma nella città ucraina

Pubblicato: 09/03/2022 15:43

Nel dramma ucraino, in questi giorni, a Mariupol si sta consumando un disastro umano di enormi proporzioni. Sulla grande città ucraina, dalla quale i cittadini dovrebbero essere evacuati, non cessano gli attacchi ed i bombardamenti russi, che stanno di fatto tenendo in ostaggio centinaia di migliaia di persone, tra cui moltissimi bambini che rischiano di morire di stenti.

Mariupol, città rimasta senza cibo, acqua ed elettricità

A Mariupol ci sono 400mila persone che sono rimaste senza cibo, senz’acqua e senza generi di prima necessità. Tra di loro anche 3mila bambini che sarebbero rimasti senza cibo e senza medicine, come fa presente il ministro degli esteri Dmitry Kuleba: “Quasi 3mila neonati sono senza medicine e cibo. Invito il mondo ad agire! Costringa la Russia a fermare la sua barbara guerra contro civili e bambini”. Le forze ucraine stanno continuando a combattere all’interno della città. Il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, ha dichiarato alla Bbc: “Gli invasori russi hanno cinicamente lasciato la città di mezzo milione di abitanti senza acqua, elettricità, riscaldamento e linee di comunicazione. Tutte le strade verso la città sono bloccate. Tutti gli sforzi per portare cibo e medicine ai residenti sono fermati dall’esercito russo”.

I bambini sono numerosi, purtroppo, nel bilancio delle vittime di guerra in Ucraina nelle ultime due settimane: solo nell’ultimo attacco aereo a Malyn sono stati uccisi 5 bambini di meno di un anno, come riporta Ukrinform.

Tanya, morta disidratata a 6 anni: la piccola vittima di Mariupol

Tanya è una delle piccole vittime di Mariupol: aveva 6 anni ed ha avuto una morte atroce, lunga e solitaria. Il suo corpo è stato trovato tra le macerie di un bombardamento: sua madre è morta sul colpo mentre lei è rimasta intrappolata e ferita a lungo, senza poter essere raggiunta da nessuno e morendo disidratata. Boychenko ha parlato di Tanya durante l’intervista, raccontando: “La sua mamma è stata uccisa. Non sappiamo per quanto tempo la piccola aveva lottato per sopravvivere. Non possiamo immaginare quanta sofferenza abbia dovuto sopportare». Negli ultimi attimi della sua vita era sola, debole, spaventata, assetata”. Ad aiutare la città potrebbe essere l’istituzione di una no-fly zone, come ribadisce il sindaco: “Non ci riporterà la nostra Tanya, ma salverà la vita a migliaia di altri bambini in Ucraina”.