Il nucleo di polizia economico finanziaria di Roma della Guardia di Finanza ha avviato delle indagini sull’aumento vertiginoso dei costi di energia elettrica, carburante e gas in Italia. Le indagini, che per ora non prevedono ipotesi di reato e sono contro ignoti, sono finalizzate a comprendere la genuinità degli enormi aumenti di costo che, di fatto, stanno bloccando il Paese e dando origine a proteste e scioperi per il caro carburante.
Aumenti di carburante e materie prime: per Cingolani “non esiste una motivazione tecnica”
Non vi sono per ora indagati nelle indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria: si sa solo che, nell’occhio del ciclone, ci sono gli aumenti di carburante e materie prime per l’energia che non sembrano trovare una vera ragione nel blocco dell’export da parte della Russia, né nelle sanzioni che sono state imposte al Paese dopo l’invasione dell’Ucraina. A chiarire questo concetto è stato Roberto Cingolani –ministro della transizione ecologica– che a Progress, su Skytg24, ha dichiarato: “Non esiste una motivazione tecnica per cui questi carburanti siano così costosi, il mercato ha alzato i prezzi in maniera irragionevole e lo stanno pagando le nostre imprese. I prezzi dell’energia stanno crescendo in maniera assolutamente scollegata dalla realtà dei fatti. Siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato ed è fatta a spese delle imprese e dei cittadini”.
Caro bollette, gli aumenti iniziati nel 2021 per carburante e risorse energetiche
L’esponenziale aumento di prezzi non sembra avere un collegamento diretto con quanto sta succedendo in Europa a livello economico e politico, e sembra affondare le sue radici in un aumento dei prezzi che ha contraddistinto il 2021. Un comunicato di Confindustria del 17 gennaio 2022 faceva infatti presente che dagli 8 miliari di costi energetici calcolati per le imprese industriali nel 2019, si stimava un aumento fino a 37 miliardi per il 2022. A dicembre 2021 si sarebbe calcolato un aumento del 29,1% dei pressi energetici, laddove la causa sarebbe stata da ricercare nelle oscillazioni di quotazione del petrolio Brent.
Già il 18 febbraio di quest’anno il presidente del consiglio Mario Draghi aveva deciso di mettere a disposizione 6 miliardi per sostenere la cittadinanza a fronte del caro bollette, diversi giorni prima dell’invasione russa in Ucraina.
Sciopero dei camionisti, le prime conseguenze massive del caro carburante
Il caro carburante ha portato ad un aumento dei prezzi tale che si sono già verificate alcune conseguenze bloccanti per l’economia italiana: si consideri ad esempio lo sciopero dei camionisti del 19 marzo, che vedrà un blocco dei trasporti e delle consegne, a seguito degli aumenti dei costi che rischiano di mettere a repentaglio il lavoro di molte imprese e di molti liberi professionisti. Il 7 marzo è iniziato invece -per durare una settimana- lo sciopero dei pescherecci: ad essere penalizzati dal caro carburante sono stati infatti soprattutto i pescherecci che fanno pesca a strascico.