Sono ore di intense attività di monitoraggio per la Nato, davanti a un fianco est sempre più incandescente. Sotto strettissima osservazione i movimenti della Russia di Vladimir Putin, attualmente impegnata in una drammatica escalation militare a seguito dell’invasione in Ucraina. L’Europa e l’intero Occidente guardano alla guerra tra Mosca e Kiev non senza preoccupazione e interrogativi spinosi: il rischio è che un “incidente” o una operazione offensiva ordinata dal Cremlino si spingano oltre i cieli ucraini intaccando quelli dell’Alleanza atlantica, innescando così un allargamento del conflitto dai tratti più prossimi allo scenario di una terza guerra mondiale. Sulla delicatezza e la complessità dell’attuale fase è intervenuto poche ore fa il generale Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare italiana: in audizione alle commissioni Difesa ha spiegato cosa sta succedendo oggi e ha tratteggiato una quadro che impone la massima cautela.
Il generale Goretti avverte sui rischi della posizione italiana nella crisi ucraina: “Basta niente per trovarci in guerra“
“Ho autorizzato il raddoppio dei nostri Eurofighter in servizio con la Nato in Romania: siamo a meno di meno di 20 miglia dal confine ucraino. Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea: basta niente per sconfinare e trovarci in guerra“. Questo – secondo quanto riportato dall’Ansa sull’intervento in audizione alle commissioni Difesa – un passaggio delle parole spese dal generale Luca Goretti in merito alla posizione italiana davanti alla crisi ucraina.
Il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare avrebbe poi aggiunto quanto segue, spiegando quali sarebbero gli attuali profili di rischio sul filo delle tensioni sempre più roventi tra Mosca e Kiev: “Dico ai miei equipaggi che mai come ora ogni cosa deve essere fatta secondo le regole. Non bisogna mai farsi prendere dalla foga di vedere cosa c’è. Potrebbero esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine“.
Perché l’attacco russo alla base ucraina di Yavoriv alza il livello di allerta Nato
Intorno all’offensiva imposta da Vladimir Putin sull’Ucraina – con una aggressione militare dalle maglie sempre più intense e allargate nel tessuto del Paese dell’est Europa – ci si interroga su quali siano i reali piani dello ‘zar’. Prendere Kiev e demolire la presidenza di Volodymyr Zelesky per innestarvi un governo fantoccio oppure spingersi più in là, seguendo un disegno di espansione di matrice imperialista che mette a rischio la sovranità di altri Stati?
La domanda si sarebbe fatta sempre più insistente, aggredendo il perimetro di analisi dell’Alleanza atlantica e dell’Europa sull’evoluzione del conflitto in corso, dopo l’attacco missilistico condotto dai russi contro la base militare di Yavoriv, il punto finora più a ovest nell’offensiva di Mosca in Ucraina e a una manciata di chilometri dal confine con la Polonia. Quindi a un soffio dalla Nato e dalle linee europee. Questo salto in avanti nell’azione di Putin sul territorio ucraino ha acceso l’allerta: sul piatto delle possibilità, secondo alcuni analisti, non sarebbe escluso che un incidente o una iniziativa deliberata dei russi contro uno Stato membro inneschi l’allargamento delle ostilità. Come da protocolli in un simile contesto di fluidità e delicatezza, anche l’Esercito italiano si appresta ad avviare addestramenti sul “warfighting”, pronto a un eventuale teatro di combattimento.