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Teatro di Mariupol distrutto dalle bombe russe, il ministro Franceschini: “Italia Pronta a ricostruirlo”

Pubblicato: 18/03/2022 17:08

L’Italia si offre per aiutare l’Ucraina a ricostruire il Teatro di Mariupol ormai distrutto dai bombardamenti. A comunicarlo è il Ministro della Cultura Dario Franceschini su Twitter. Il suo messaggio ha ricevuto anche la risposta del Presidente ucraino Zelensky.

Il messaggio su Twitter di Dario Franceschini per il teatro di Mariupol

Nella giornata del 17 marzo Dario Franceschini ha scritto un tweet in cui comunica l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della sua proposta di offrire aiuto all’Ucraina per la ricostruzione del Teatro di Mariupol. Il tweet in questione recita:

L’Italia pronta a ricostruire il Teatro di #Mariupol. Approvata dal Consiglio dei Ministri la mia proposta di offrire all’#Ucraina mezzi e risorse per riedificarlo appena possibile. I teatri di ogni Paese appartengono a tutta l’umanità. #WorldHeritage

La risposta del Presidente Zelensky al tweet di Franceschini

La riposta di Zelensky, non si è fatta attendere. Sempre su Twitter, infatti, il Presidente dell’Ucraina ha scritto: “Grazie Dario Franceschini. Dai il buon esempio da seguire. Insieme ricostruiremo il Paese fino all’ultimo mattone”.

Il Teatro di Mariupol: rifugio per i civili durante la guerra

Negli ultimi giorni i sotterranei del Teatro di Mariupol erano diventati rifugio per tantissimi civili che erano riusciti a fuggire dagli attacchi costanti alla città. Tra di essi moltissime famiglie composte da donne, anziani e bambini. Al momento non si sa esattamente quanti fossero, ma secondo quanto riferito dalle fonti ucraine potrebbero esserci superstiti tra quei civili rifugiati. I soccorritori ne hanno aiutati alcuni ad uscire fuori, anche se “non è ancora chiaro quante persone siano sopravvissute nella struttura” ha detto Pyotr Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol.

I civili rifugiati al Teatro avevano anche scritto in cirillico a caratteri cubitali la parola “bambini” sul terreno che circondava il complesso sperando che almeno così la struttura sarebbe stata risparmiata. Caratteri talmente grandi che la scritta è perfettamente visibile anche dalle immagini satellitari rilasciate da Maxar (compagnia statunitense) e poi circolate e diffuse ovunque in tv e sul web diventando in pochissimo tempo virali.