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“Putin è un macellaio”: Biden di nuovo contro Mosca. Il presidente Usa difende l’articolo 5 della Nato: “È sacro”

Pubblicato: 26/03/2022 16:53

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden è in Polonia: qui ha incontrato l’omologo polacco per parlare della delicata situazione ucraina e russa. Il POTUS non ha riservato parole caute contro Vladimir Putin, continuando a soffiare sul fuoco di una guerra mondiale come già fatto nei giorni scorsi, quando ha espressamente tirato in ballo opzioni nucleari. Allo stesso tempo, Biden si è appellato all’articolo 5 della Nato: di cosa si tratta e perché è fondamentale per la guerra.

Biden dà del macellaio a Putin: il POTUS impugna “l’impegno sacro” della Nato

Se Mario Draghi ieri ha dichiarato che l’Europa sta lavorando per la pace, l’atteggiamento di Joe Biden sembra ancora incentrato su una risposta dura e senza sconti verso l’invasione russa in Ucraina da parte di Vladimir Putin. Gli Stati Uniti, che dalla loro possono contare un’indipendenza energetica maggiore rispetto all’Europa, sono tra i più severi con le sanzioni e pochi giorni fa Biden ha detto che l’opzione nucleare è possibile solo in un caso – che è comunque più che escluderla del tutto. Oggi, durante un incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia, Biden ha detto che “Putin è un macellaio“. Il POTUS ha abbracciato donne e bambini: “I bambini mi hanno detto di pregare per i loro papà, per i loro nonni tornati a combattere” le frasi riportate da Ansa.

All’inizio del colloquio bilaterale con il presidente polacco Andrzej Duda, riporta Adnkronos, Biden si è anche appellato all’articolo 5 della Nato, definendolo “un impegno sacro“. Per gli Stati Uniti quello specifico punto degli accordi di Alleanza Atlantica sono un obbligo e quindi gli Stati membri minacciati dalla Russia possono “contare su questo, per la vostra e la nostra libertà“.

Cosa dice l’articolo 5 della Nato citato da Joe Biden

L’articolo 5 del Patto Atlantico, il trattato istitutivo della NATO, citato da Joe Biden è ciò che di fatto può portare ad una terza guerra mondiale. I 30 Paesi del mondo che ne fanno parte – Italia inclusa – si sono detti d’accordo che “un attacco armato contro uno o più di essi in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti“. Di conseguenza, “convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’ari. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale“.

Se, quindi, la Russia o un altro Paese dovesse attaccarne uno parte della NATO, tutti e 30 i membri sono tenuti a rispondere militarmente. L’articolo specifica poi: “Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali“. Dal 1947 ad oggi, l’articolo 5 è stato invocato solo una volta: il 12 settembre 2001.

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2022 17:06