A poco meno di un anno dalla morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia 22enne inghiottita da un orditoio a Montemurlo, la famiglia ha rifiutato il risarcimento offerto dall’assicurazione. A breve si aprirà il processo per questa terribile tragedia.
Luana D’Orazio, la famiglia rifiuta il risarcimento: “incongruo”
Luana D’Orazio è morta il 3 maggio 2021. 22 anni, madre di un bimbo che oggi ha 6 anni, stava lavorando a un orditoio quando è avvenuta la tragedia. La compagnia assicurativa della ditta Orditura Luana, in cui lavorava la giovane vittima, ha offerto alla famiglia un risarcimento pari a 1.200.000€. Nella giornata di ieri è arrivato il rifiuto dei familiari di Luana, che hanno reputato “incongruo” il risarcimento rispetto al vuoto lasciato dalla morte della ragazza. L’offerta di risarcimento prevede, in base alle tabelle del danno non patrimoniale, 336.000€ rispettivamente per i genitori di Luana e per il suo bambino, e ulteriori 100.000€ per il fratello della giovane. In risposta a questa offerta, l’amministratore delegato della società di consulenza dei familiari di Luana Andrea Rubini ha spiegato come al momento i danni patrimoniali e non, siano ancora da quantificare. Secondo Rubini, la situazione non sarebbe ancora stabile.
Cosa hanno evidenziato le indagini sulla morte di Luana D’Orazio e quando inizierà il processo
Le indagini della Procura di Prato, concluse il 5 ottobre 2021, hanno evidenziato come Luana sarebbe stata inghiottita da un orditoio che lavorava a velocità elevata. In quel momento, gli accertamenti hanno stabilito che le apposite saracinesche di protezione sarebbero state sollevate, anziché abbassate come avrebbe dovuto essere previsto. Il giudice per le indagini preliminari aveva inoltre respinto la richiesta di un nuovo incidente probatorio, avanzata dalla difesa che aveva reputato “incongruente” questa ricostruzione. Ora, l’udienza preliminare è fissata in data 7 aprile. I tre imputati sono la titolare dell’azienda, Luana Coppini, il marito Daniele Faggi considerato dall’accusa “titolare di fatto” e il tecnico manutentore esterno Mario Cusimano. Per loro, le accuse sono di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele dell’orditoio.