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Afasia, cos’è la malattia del linguaggio che porta Bruce Willis a lasciare la recitazione: sintomi e cause

Pubblicato: 30/03/2022 21:22

Nella serata di mercoledì 30 marzo 2022, è arrivata la notizia che il celebre attore Bruce Willis è costretto a lasciare la recitazione a causa dell’afasia: l’annuncio della famiglia accende l’interesse su un particolare disturbo che può portare alla parziale o completa perdita della capacità di esprimersi. Quali sono le cause, i sintomi e il trattamento dell’afasia.

Cosa è l’afasia, il disturbo del linguaggio che impedisce di esprimersi

Secondo quanto riporta il Manuale MSD in un articolo firmato dal dottor Juebin Huang del dipartimento di Neurologia del University of Mississippi Medical Center, con il termine afasia si intende “la perdita parziale o completa della capacità di esprimersi o comprendere parole scritte o verbali“. Le cause, come i sintomi e gli effetti, possono essere numerose: nella maggior parte dei casi è dovuta a disturbi che non portano a danni progressivi, come encefaliti, traumi cranici e ictus. Questi sono i casi in cui la malattia non peggiora nel tempo, ma la vicenda di Bruce Willis sembra invece legata al secondo tipo di causa.

L’afasia può infatti essere dovuta anche ad un disturbo progressivo, come un tumore cerebrale. La maggiore pressione sulle aree del cervello che si occupano della funzione del linguaggio – chiamate area di Broca e area di Wernicke -, compromette sempre più la capacità di esprimersi. L’afasia non è rara nei casi di demenza e anche in questo caso si tratta di un disturbo che peggiora con l’andare del tempo.

Diagnosi e sintomi dell’afasia: cosa vuol dire perdere la capacità di linguaggio

Solitamente, è il medico a poter identificare correttamente l’afasia: è in grado di farlo parlando direttamente con il paziente e ponendogli alcune domande, assicurandosi prima che il problema non sia di tipo uditivo, visivo, muscolare o nervoso. L’afasia, infatti, è un problema cerebrale e la difficoltà a parlare, a leggere, scrivere, a trovare le parole, a nominare oggetti o ripetere alcune frasi sono tra i sintomi del disturbo. Tra i test standardizzati che vengono eseguiti, viene chiesto al paziente di scrivere e leggere a voce alta delle frasi. Un medico che sospetta di trovarsi di fronte ad un paziente afasico, può anche richiedere esami diagnostici come tomografia computerizzata e risonanza magnetica per verificare i danni cerebrali alla base.

Esistono due tipi di afasia: quella di Wernicke è detta recettiva e porta le persone ad avere difficoltà a capire il linguaggio, sia scritto che parlato. Chi ne è affetto parla in modo normale, ma dice parole confuse (un fenomeno definito “insalata di parole”) e non sono consapevoli del problema. L’afasia di Broca, invece, è detta espressiva: se il danno cerebrale è in quell’area, chi ne è affetto è in grado di capire quello che viene detto, comprenderlo, elaborare una risposta e tuttavia non riuscire ad esprimerla; porta ad un grande sforzo e incapacità nel ripetere le frasi e a scrivere.

Altri tipi di afasia possono riguardare: perdità della capacità di capire le parole scritte (alessia), riconoscere e nominare gli oggetti (anomia), di ripetersi (afasia di conduzione), infine anche totale perdita di tutte le capacità di capire ed esprimersi in qualunque forma, condizione nota come afasia globale.

Cura e trattamento dall’afasia: si può guarire?

Come per ogni malattia, le possibilità di guarire dipendono da numerosi fattori legati soprattutto all’entità del danno. Tuttavia, come riporta il Manuale MSD, i bambini sotto gli 8 anni hanno maggiori capacità di recuperare il linguaggio anche in casi di gravi danni cerebrali. Sopra quell’età, si può ancora recuperare ma solitamente la maggior parte dei progressi avviene nei primi 3 mesi, massimo un anno.

Sono possibili anche alcuni trattamenti: uno è la logoterapia, ma nei casi in cu l’afasia è dovuta ad un tumore ed un edema, allora l’uso di corticosteroidi sono utili per ridurre la pressione sulle aree del cervello che determinano il disturbo. Nei casi di ictus, invece, è possibile che l’afasia regredisca una volta trattata la causa. Quando invece le capacità di linguaggio base non sono recuperabili, allora tornano utili libri e dispositivi di comunicazione tecnologici oppure più pratici come lavagne con simboli o immagini di parole comuni durante il giorno.

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2022 09:36