Vai al contenuto

La guerra nelle città dell’Ucraina ha cambiato le ricerche online degli italiani: la geografia emotiva del dolore

Pubblicato: 01/04/2022 14:18

Articolo a cura di Domenico Giordano

Mariupol, Odessa, Irpin, Kherson, Leopoli e Chernobyl sono solo alcuni dei nomi delle città ucraine che in questo ultimo mese molti di noi hanno imparato a conoscere seguendo attraverso i social network la cronaca quotidiana del conflitto, condividendo le immagini della distruzione dei bombardamenti, i video delle colonne chilometriche dei profughi che scappavano o delle vittime civili colpite dalle granate e lasciate sul selciato. Autentici pugni nello stomaco che ci portavano emotivamente dentro la tragedia della guerra.

A queste città, che forse in altri tempi non avremmo dedicato più di un minuto di attenzione della nostra giornata, si aggiunge ovviamente la capitale Kiev, diventata oramai il simbolo della resistenza del popolo ucraino contro l’invasione dell’esercito russo.

La geografia emotiva della guerra in Ucraina: cosa cerchiamo in rete e quando

Allora, per misurare quanto l’interesse degli utenti della Rete sia stato calamitato dalla cronaca che si consumava quotidianamente sui diversi fronti e, al contempo, per tracciare una geografia emotiva della guerra, è opportuno mettere in relazione i picchi che si sono registrati dal 24 febbraio al 30 marzo sui nomi delle città ucraine con gli eventi tragici che venivano rimbalzati sui siti e sulle piattaforme.

Domenico Giordano - la geografia del dolore della Guerra in Ucraina
Figura 1 Linea temporale delle menzioni dal 24.02. al 30.03.2022

Oltre al Kiev abbiamo scelto alcune delle città più colpite dagli attacchi russi a cominciare da Mariupol e per proseguire con Odessa, Irpin, Chernobyl e Kherson. La linea temporale delle menzioni ha la stessa forza di un bollettino cronologico della guerra.

La chiave di ricerca Kiev viene menzionata in tutto il periodo ben 186 mila volte, per limitarci ai soli contenuti scritti in italiano, rappresenta la keyword con il maggior numero di citazioni e ha fatto registrare tre picchi significativi: il 25 febbraio, il 1° e il 7 marzo. Il giorno dopo l’inizio dell’invasione è l’attivismo mediatico del presidente ucraino Zelensky a generare il primo picco di menzioni, mentre quelli di marzo coincidono con i bombardamenti russi proprio su Kiev.

Mariupol, che di menzioni ne raccoglie oltre 55 mila, invece cattura l’interesse degli utenti in tre singole giornate il 10, il 17 e il 22 marzo. Il picco del 10 coincide con l’attacco missilistico russo all’ospedale pediatrico, quello del 17 con il tragico bombardamento al teatro, mentre il picco del 22 è legato al discorso in video-conferenza di Zelenskyj al Parlamento italiano e alla replica del premier Mario Draghi.

Altra città ucraina coinvolta nel conflitto, già tristemente famosa per l’incidente del 1986 alla centrale nucleare, è Chernobyl bersagliata a più riprese dall’artiglieria pesante di Putin. Anche in questo caso i picchi di parlato sul nome della città si concentrano nelle due occasioni in cui online si diffondono le notizie degli attacchi russi proprio al sito nucleare: il 5 e il 9 marzo, quando la pressione dell’esercito russo è concentrata proprio a ridosso dell’ex impianto nucleare chiuso, l’attenzione degli utenti s’impenna rispetto ai giorni precedenti e successivi.

Guerra in Ucraina: le reazioni degli utenti

Se abbandoniamo momentaneamente il grafico delle menzioni e guardiamo invece alla linea temporale dell’engagement recuperata grazie alla piattaforma di ascolto di Blogmeter, è evidente la commozione generata in Rete lo scorso 5 marzo dalla foto-notizia, subito condivisa sui social, della morte di una famiglia a Irpin, cittadina alle porte di Kiev, Alisa di 9 anni e Miketa di 18, assieme alla mamma Tatiana di 43 anni, mentre provavano a lasciare la propria casa dopo tregua pattuita per consentire ai civili di scappare. Il secondo picco, invece, si riferisce all’uccisione di diversi civili caduti nel parco pubblico della stessa cittadina sotto i colpi dei cecchini russi.

linea temporale engagement - Domenico Giordano
Figura 2 Linea temporale dell’engagement dal 24.02 al 30.03.2022

La geografia della commozione digitale ha prodotto un sentiment largamente negativo da parte degli utenti che hanno scelto di partecipare con un commento, una semplice condivisione di un post o solo aggiungendo una emoji che esprimeva lo stato d’animo, le singole notizie che in queste settimane hanno popolato le bacheche dei nostri profili social. Il mood negativo non è mai sceso sotto il 75% e ha toccato anche la quota dell’89%, proprio in riferimento a “Irpin” a riprova della profonda partecipazione degli italiani alle vicende del popolo ucraino.

Una partecipazione che mediamente per un italiano su due si è consumata su Facebook, fatta eccezione per la chiave di ricerca legata alla città di Odessa dove questa fetta arriva addirittura al 69%.

Mentre Twitter si conferma in questo conflitto il social che riesce a strappare una importante fetta di conversato rispetto ad altri contesti e temi dove diventa marginale nella classificazione delle fonti, con un valore medio del 10%. Infine, se osserviamo al genere degli utenti che hanno preso parte alle discussioni digitali è interessante notare come sul tema il peso del pubblico femminile vale un terzo rispetto al totale degli utenti, con alcune punte di oltre il 35% come nel caso delle keyword “Irpin” e “Chernobyl”.

dati guerra in Ucraina
dati e chiavi di ricerca guerra in Ucraina