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Laura Boldrini “rimprovera” il medico che l’ha salvata e denuncia episodi sessisti durante il ricovero

Pubblicato: 11/04/2022 10:25

Laura Boldrini contro le battute sessiste anche durante il ricovero in ospedale. La deputata del PD ha raccontato di come si sia trovata in stanza con un uomo che non ha avuto rispetto di lei in quanto donna e di come, sempre lei, abbia “rimproverato” il medico che l’ha curata perché entrando in stanza salutava i pazienti con un generico: “Buongiorno a tutti” anziché un “Buongiorno a tutte e a tutti”. Non solo questi due episodi, Laura Boldrini ha ripercorso tutto il decorso della sua malattia, svelando anche un retroscena emozionale del suo percorso con il male, ricordando anche la mamma e la sorella, anche loro uccise da un cancro.

Laura Boldrini “rimprovera” il medico che l’ha curata

In realtà è stata la stessa Laura Boldrini a minimizzare l’episodio, nella sua intervista al Corriere della Sera, parlando del suo “rimprovero” al dottor Gasbarrini, ha detto: “(…) Semplicemente Gasbarrini entrava nel reparto dicendo ‘Buongiorno a tutti’. Siccome eravamo in maggioranza donne, gli ho chiesto di dire ‘Buongiorno a tutte e a tutti’. Ha sorriso, e da allora fa sempre così“.

La deputata del PD ha però tessuto le lodi del dottore che l’ha salvata, ringraziandolo ha detto: “(…) Un eroe. Uno capace di operare per quindici ore di seguito. La mia operazione non è durata tanto, ma è stata complicata: il professore ha tolto 25 centimetri di femore, ha inserito una protesi di titanio da 45 centimetri, che pesa un chilo in più ed è incastonata da un lato in quel che resta del femore, dall’altro nel bacino“.

La stanza condivisa con un uomo e l’episodio sessista

Laura Boldrini ha poi ricordato i momenti passati in ospedale e i diversi compagni di stanza, proprio con uno di questi ha registrato un episodio sessista: “Lo sento parlare da dietro il lenzuolo che ci separa. A un certo punto inizia a vantarsi che è in camera con una donna: ‘Sì, è vero, sta qui accanto, è stata operata da poco e non si può muovere. Vorrà dire che questa notte dovrò fare tutto io… Ahaha’. Sono furiosa, ma come si permette di fare battute sessiste in una circostanza come questa?

Eppure in ospedale la deputata del pd ha incontrato anche persone che stavano combattendo la sua battaglia: “La prima era una donna che passava tutto il tempo gridando al cellulare in viva voce. Un po’ fastidiosa. Ma quando si è trovata da sola con me, è scoppiata a piangere. Eravamo in un reparto riservato a malattie difficili, avevamo tutti paura” e poi una ragazza giovanissima, “Alice aveva appena diciannove anni, ed era già davanti alla prova della vita. Timida, dolce, sempre timorosa di disturbare le infermiere…”

Laura Boldrini e il tumore osseo: il racconto della malattia

Sempre al Corriere della Sera, Laura Boldrini ha raccontato tutto il percorso della sua malattia, dal momento della scoperta fino all’operazione. “Da un anno avevo dolore alla gamba destra. Pensavo a un’infiammazione del nervo sciatico“, poi il consiglio di una osteopata durante il lockdown di farsi visitare e la diagnosi di condosarcoma, un tumore al femore.

Non avevo mai concepito l’idea di poter avere un tumore, nonostante la familiarità. Mia mamma ne è morta. La mattina l’ho accompagnata fino all’ascensore per la camera operatoria, ed è stata l’ultima volta che le ho potuto parlare: è andato tutto male, è finita in rianimazione, è rimasta attaccata alle macchine per due settimane, ha esalato lì l’ultimo respiro“. E poi la sorella, morta a 46 anni proprio per un tumore e infine la sua diagnosi: “Non riuscivo a prendere atto della realtà. Forse è un errore, pensavo, non sono i miei esami; o forse l’errore lo sta facendo il medico. Invece tutte le analisi hanno confermato che era davvero un tumore“.

Ora Laura Boldrini sta meglio, ha una cicatrice di 35 centimetri che va da metà coscia all’anca, fa fatica a camminare se non con un rialzo sotto la gamba sinistra e ora ha deciso: “Voglio battermi per i malati, per chi vive uno stigma che perdura dopo la guarigione, e non riesce ad accedere al credito, a fare un mutuo, a chiedere una polizza sulla vita, ad adottare un bambino. Al Senato c’è una proposta di legge della mia omonima Paola Boldrini sul diritto all’oblio: dopo dieci anni, quando non sei più a rischio, la tua malattia non deve più essere menzionata“.