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Fuori Dal Coro, parla la mamma influencer simbolo del bombardamento all’ospedale di Mariupol: la verità sull’attacco

Pubblicato: 13/04/2022 12:42

Mariana Vishegirskaya, la donna diventata uno dei simboli del dramma dell’ospedale pediatrico a Mariupol, ha da poco rotto il silenzio e ricominciato a parlare con la stampa. La blogger ed influencer al momento dell’attacco era incinta di 9 mesi ha parlato in esclusiva anche con il giornalista Mario Giordano a Fuori Dal Coro, al quale ha raccontato alcuni dettagli del giorno in cui l’ospedale di Mariupol è stato distrutto.

Mariupol, parla la mamma blogger coinvolta nel bombardamento

Il primo dato fondamentale che emerge dalle parole di Mariana Vishegirskaya è il fatto che quel 9 marzo, a suo dire, l’attacco all’ospedale di Mariupol non è stato provocato da un attacco aereo: “Io sono sicura che non si trattava di un attacco aereo perché nel 2014 mi trovavo a Donetsk. Io sono di Donetsk e conosco benissimo il rumore di un attacco aereo, il rumore dell’aereo quando attacca e noi sappiamo tutto, sappiamo benissimo anche le conseguenze di questo attacco. Se si fosse trattato attacco aereo ci sarebbero stati anche altri rumori, altri suoni”. Secondo la donna ci sarebbero infatti state due esplosioni, una più lontana e una più vicina, e dopo la seconda le finestre sarebbero andate in frantumi. Riguardo a questo dettaglio, la ragazza ha raccontato di averne già parlato poco dopo il disastro, mentre veniva intervistata dai giornalisti di Associated Press: “Io ho detto che non si trattava di un bombardamento anche ai giornalisti di Associated Press in realtà. Loro, appunto, nel giorno in cui tutto è successo, sono arrivati in modo molto veloce dicendo che si trovano accanto (…) In realtà non so come mai erano lì ma comunque sono arrivati molto velocemente”. 

Il battaglione Azov: era davvero presente nella struttura a Mariupol?

Rispetto invece alla presenza nell’ospedale del battaglione Azov (la distruzione del battaglione era il motivo che Mosca aveva dato per giustificare l’attacco all’ospedale), Mariana spiega: “ll Battaglione Azov non aveva una base in questo ospedale. Nel primo centro perinatale, che si trova più o meno a 20 minuti dal punto nascita numero 3 in cui mi trovavo, alcune ragazze sono state dimesse, le ragazze sono state inviate ad altri punti nascita. In quell’altro ospedale, il numero 1, da lì tutti sono stati cacciati e lì sono venuti i combattenti di Azov. Invece da noi, sul nostro territorio, per quanto riguarda il nostro punto nascita, il nostro ospedale numero 3 non c’erano i militari, c’erano altri, c’era la consultazione femminile e anche un punto oncologico”.

Mariana Vishegirskaya: “È molto difficile sentirsi russo o ucraino”

Nei primi giorni in seguito al bombardamento Mariana Vishegirskaya era stata presa di mira da una certa parte di stampa, che l’aveva accusata di essere un’attrice e che si era messa in posa come “finta vittima”, ma la donna nega nella maniera più assoluta: “Non ero in posa sicuramente, perché io sono stata evacuata da questo edificio tra le ultime. Prima di tutto hanno evacuato le neomamme o le gestanti ferite gravemente, poi le donne incinte. Io sono uscita quasi per ultima dall’ospedale perché ho fatto uscire le persone che erano particolarmente spaventate”.

Mario Giordano, in chiusura dell’intervista, ha chiesto a mariana se si sentisse più russa o ucraina, e la risposta della donna è stata molto chiara: “È  molto difficile sentirsi o russo o ucraino. In realtà dentro di me scorre il sangue polacco, ucraino, russo, tedesco. Chi devo sentirmi?”.