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Massimo Bossetti e i dubbi della difesa sul Dna, il cognato rompe il silenzio e rivela la sua ipotesi

Pubblicato: 15/04/2022 10:41

Agostino Comi, fratello di Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti, rompe il silenzio sul cognato condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio. Il detenuto continua a credere in un possibile spiraglio per percorrere la via della revisione del processo e la battaglia della difesa, con gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, si concentra sul presunto deterioramento dei reperti – su tutti i campioni di Dna da cui sarebbe emersa la traccia “Ignoto 1” che ha inchiodato il loro assistito – che potrebbe rappresentare una compromissione irreversibile per l’orizzonte di una nuova analisi in contraddittorio (mai concessa nei tre gradi di giudizio).

Massimo Bossetti, il cognato Agostino Comi rompe il silenzio

Per la prima volta, dopo anni di silenzio, Agostino Comi ha deciso di dire cosa pensa del muratore di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, dipingendo un ritratto del cognato ai microfoni di Iceberg, trasmissione condotta da Marco Oliva su Telelombardia.

Agostino Comi ha raccontato cosa sarebbe accaduto prima che Massimo Bossetti fosse arrestato, e sostiene che sia “tutto una montatura“. Parole durissime che sintetizzano la posizione della famiglia dell’uomo, ancora oggi ferma nella convinzione della sua innocenza.

Da anni la difesa chiede l’accesso ai reperti del delitto per analizzarli, e da altrettanto tempo continuano a susseguirsi atti che rimbalzano la decisione da un tribunale all’altro senza soluzione di continuità, di fatto tenendo sospesa la possibilità di procedere a nuovi esami. Un “precedente” – per l’ex comandante del Ris di Parma, generale Luciano Garofano intervenuto in trasmissione – pericoloso per la tutela del diritto alla difesa di ogni cittadino.

Poche ore fa, dopo una denuncia di Bossetti per frode in processo penale e depistaggio sulla presunta cattiva conservazione dei campioni di Dna, che vedrebbe indagati il presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo e una funzionaria dell’Ufficio corpi di reato, la Procura di Venezia ha chiesto l’archiviazione. Secondo la difesa, che ha annunciato opposizione, il mancato rispetto delle procedure di conservazione avrebbe prodotto un deterioramento che lede i diritti dell’assistito.

La famiglia di Bossetti delusa: “Assurdo che il Dna non sia più utilizzabile

Noi già dall’inizio siamo molto delusi – ha dichiarato sul punto Agostino Comi –, perché non si è mai data a Massimo la possibilità di far nulla. Assurdo che il Dna non sia più utilizzabile (in caso di totale deterioramento, ndr), era la nostra paura fin dall’inizio, che si arrivasse a questo punto, una cosa assurda“. Secondo il cognato di Bossetti, ci sarebbero ancora molti dubbi sul Dna: “Lo hanno detto anche i più esperti che c’era qualcosa che non andava“. Per l’accusa, invece, l’identità di Ignoto 1 corrisponde inequivocabilmente a Massimo Bossetti con certezza definita “granitica”.

Per noi non è lui, lo sappiamo dall’inizio, poteva capitare anche a me“, ha aggiunto il fratello di Marita Comi sostenendo che la giustizia abbia sostanzialmente preso una cantonata. “ll Dna potrebbe anche essere stato messo lì… “.

Il cognato di Bossetti ha rivelato la sua ipotesi della prima ora: “Quando lo hanno arrestato, ho pensato che avesse potuto aver investito Yara con il furgone e che avesse perso la testa, ma poi ho capito che non c’entrava nulla. Il colpevole è libero. Per noi è tutto una montatura“.

I campioni di Dna mal conservati? Le parole del genetista che ha consegnato i reperti ai carabinieri

La trasmissione Iceberg ha anche proposto un’intervista al genetista Casari, che confermò l’esistenza di 54 campioni di Dna conservati presso il laboratorio del San Raffaele di Milano, in cui ha dichiarato di averli consegnati ai carabinieri perché fossero trasferiti a Bergamo, come richiesto, in condizioni di sicurezza (quindi a temperatura utile alla corretta conservazione in stato di congelamento).

Sono stati consegnati congelati con ghiaccio secco – ha precisato il genetista –, con un polistirolo che si usa normalmente per spedire il Dna, con la raccomandazione di consegnarli a Bergamo“. Il problema è, sottolinea la difesa di Bossetti, che i reperti sarebbero arrivati a destinazione dopo diversi giorni trascorsi in caserma forse non in frigorifero, e comunque non entro le 24 ore – questo il tempo indicato dall’esperto – in cui il ghiaccio presente nel contenitore ne avrebbe garantito l’integrità per un periodo sufficiente al trasporto.

La soluzione per capire cosa possa essere successo – ha dichiarato il generale Garofano – sta tra la cessione di Casari e l’acquisizione di quei reperti da parte dei carabinieri e la successiva cessione all’Ufficio corpi di reato. Ha ragione l’avvocato Salvagni (…) loro potevano verificare quello che hanno diritto di verificare (sul Dna, ndr), magari non veniva fuori niente, magari si confermavano i risultati già acquisiti, ma era un diritto inalienabile. Questo è un precedente, se si configura, come tutti sospettiamo, nell’incauta conservazione dei reperti, che non può passare. Perché tanti altri casi potrebbero essere riaperti per errori giudiziari e non avremmo l’unica possibilità, cioè rianalizzare. L’ho fatto io – ha concluso Garofano – con via Poma (il caso dell’omicidio di Simonetta Cesaroni, ndr): io andai a rianalizzare i campioni che aveva conservato la polizia di Stato perché ce li aveva in frigorifero. Questo è previsto, proprio per dare modo alla difesa di ripetere le analisi“.

Pochi giorni fa, l’avvocato Salvagni ha descritto l’attuale fase della battaglia sui reperti – che se tenuti a temperatura ambiente potrebbero essere andati distrutti – parlando di “una ipotesi di frode processuale su cui sono in corso indagini presso la Procura di Venezia che riguardano lo stato di conservazione dei reperti biologici“, oggetto di “specifica richiesta istruttoria che possa far luce, finalmente, proprio su come e dove tali beni siano stati conservati, scongiurando, come ci si augura, il sospetto di una loro intervenuta dolosa distruzione“.

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2022 12:42