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15enne trovato morto nel Brenta dopo la scomparsa: i dubbi della famiglia di Ahmed Jouider e del sindaco

Pubblicato: 28/04/2022 11:06

La famiglia di Ahmed Jouider, 15enne trovato senza vita nel Brenta alcuni giorni dopo la misteriosa scomparsa a Padova, non crede all’ipotesi di un suicidio. Il minorenne aveva inviato un messaggio vocale inquietante alla ex fidanzatina, poco prima di sparire, annunciando che avrebbe avuto una questione in sospeso con “delle persone”, e che probabilmente sarebbe morto. Parole che oggi tornano a incidere sulle cronache nuovi dubbi anche su un caso di 7 mesi prima nella stessa zona, come ha spiegato Marco Schiesaro, sindaco di Cadoneghe, Comune vicino a cui insiste l’area in cui è stato ritrovato il corpo del minorenne.

15enne trovato morto nel Brenta dopo la scomparsa: la famiglia di Ahmed Jouider non crede al suicidio

Il fascicolo d’indagine sulla morte di Ahmed Jouider sarebbe aperto con l’ipotesi di istigazione al suicidio. La famiglia del ragazzo crede che sia successo qualcosa di diverso rispetto al quadro di un gesto estremo di natura volontaria, come emerso nelle ultime ore.

Mio fratello non si sarebbe mai ucciso, aveva dei progetti, voleva trovare un buon lavoro, in passato aveva detto di voler diventare poliziotto (…) qualcuno lo ha spinto a suicidarsi“, ha dichiarato la sorella del 15enne al Corriere della Sera. Secondo la madre, “qualcuno conosce la verità, gli amici sanno qualcosa“.

Un muro di presunta omertà che avvolgerebbe anche un altro caso, risalente a circa 7 mesi prima del decesso del minorenne, e che avrebbe importanti analogie tra cui quella relativa a un misterioso ultimo messaggio prima del drammatico epilogo.

Il misterioso messaggio di Ahmed Jouider prima della scomparsa

Le indagini sulla morte di Ahmed Jouider si concentrano anche sul misterioso vocale inviato dal 15enne alla ex fidanzatina prima della scomparsa: “Questo audio non devi farlo ascoltare a nessuno, fammi questo ultimo favore – si sente nel contenuto riportato da Repubblica -. Io ora devo uscire, ho delle questioni in sospeso con alcune persone. Penso che morirò, penso di sì oppure se non muoio avrò delle ferite e gravi. Volevo dirti che ti amo, ma tanto“.

Ahmed Jouider non sarebbe l’unico ad aver usato parole di questo tenore prima di morire, riporta il Corriere, nella stessa zona e con modalità simili. Lo sguardo della cronaca si posa su una vicenda precedente di 7 mesi e riguardante il decesso di un altro giovane, il 18enne Henry Anadasun. La Procura escluderebbe un legame tra i due casi, ma entrambi avrebbero inviato messaggi particolari prima della morte e l’area del ritrovamento dei corpi sarebbe la stessa.

Morte di Ahmed Jouider, il sindaco di Cadoneghe: “È davvero una coincidenza?

Le ombre che si allungano sul caso di Ahmed Jouider avrebbero quindi radici che affondano in un caso analogo registrato nella stessa zona 7 mesi prima della morte del 15enne. Lo stesso sindaco di Cadoneghe, a margine del ritrovamento del cadavere del 15enne nel Brenta – il telefonino nei pressi del ponte pedonale che collega il centro a Padova -, aveva citato la vicenda del 18enne morto nel settembre precedente: “Fiume Brenta tra Cadoneghe e Torre (Padova). Lo stesso punto dove 7 mesi fa è stato recuperato Henry. Ora la stessa sorte è toccata a un altro ragazzo di appena 15 anni. Non si può morire a quell’età. Dobbiamo fare il possibile per capire le ragioni di un disagio enorme che sta montando tra i nostri giovani.Nella speranza che venga al più presto fatta piena chiarezza, le mie condoglianze a familiari e amici“.

In una intervista rilasciata a Il Gazzettino, il primo cittadino non ha nascosto le sue perplessità: “Lo stesso posto, la stessa giovane età, gli stessi messaggi, lo stesso tipo di azione. Vogliamo davvero pensare che sia una coincidenza?“. Il sindaco ora chiede che il caso del 18enne deceduto dove è stato trovato Ahmed Jouider sia riaperto.