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Alice Scagni uccisa dal fratello a Genova, l’agghiacciante telefonata di lui al padre prima dell’omicidio

Pubblicato: 06/05/2022 10:23

Un elemento agghiacciante emerge nelle indagini sulla morte della 34enne Alice Scagni, uccisa a coltellate a Genova la sera del 1° maggio scorso. In carcere, accusato dell’omicidio, il fratello 42enne Alberto Scagni, che poche ore prima dell’efferato delitto avrebbe fatto una telefonata dal contenuto allarmante alla famiglia. A rispondere, il padre dei due giovani.

Morte di Alice Scagni: la telefonata del fratello poche ore prima dell’omicidio

Alice Scagni è stata uccisa la sera del 1° maggio scorso a Genova, colpita sotto casa, secondo quanto ricostruito, con almeno 17 coltellate dal fratello Alberto Scagni al culmine di una lite. Nell’alveo dell’inchiesta, riporta Ansa, sarebbe confluito un elemento che restituirebbe i contorni di una situazione potenzialmente esplosiva prima del delitto.

Intorno alle 13.30 dello stesso giorno, circa 7 ore prima di uccidere la sorella 34enne, Scagni avrebbe telefonato al padre di entrambi minacciando di morte lui, la figlia e il marito di lei. “Vi taglio la gola“, avrebbe detto al genitore sostenendo che sarebbe andato a “cercarli”, come lo stesso padre avrebbe detto al 112 contattato dopo l’allarmante conversazione.

Il contenuto della chiamata, che deporrebbe a favore dell’ipotesi di premeditazione, riporta ancora l’agenzia di stampa, sarebbe parte dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico di Alberto Scagni dal gip Paola Faggioni secondo cui si sarebbe configurato un chiaro “proposito omicidiario annunciato prima del delitto“.

Omicidio Alice Scagni: si indaga anche su precedenti segnalazioni della famiglia

Più volte la famiglia Scagni, prima dell’atroce epilogo, avrebbe chiesto aiuto alle istituzioni senza ricevere risposta. Lo ha dichiarato la madre all’Ansa, dopo la morte della figlia, tracciando il quadro di segnalazioni precedenti che sarebbero rimaste inascoltate: “Negli ultimi giorni c’è stata una escalation che ci ha fatto preoccupare“. Secondo la sua versione, allarmata per le minacce del figlio, avrebbe chiamato diverse volte il 112 “ma nessuno è intervenuto“.

Poche settimane prima dell’omicidio, Alberto Scagni si sarebbe recato anche a casa della nonna insistendo per ottenere una somma di 50mila euro. Il tema della richiesta di soldi sarebbe degno di interesse per l’attività investigativa sul delitto: fratello e sorella, stando a quanto finora emerso, avrebbero avuto altre discussioni per le reiterate pretese di denaro da parte dell’uomo.

Oggi il contenuto dell’ultima telefonata, confluito nelle carte dell’inchiesta, e la versione della famiglia sulla situazione di pericolo vissuta in casa sarebbero al vaglio degli inquirenti, nell’ambito di una indagine volta a chiarire se vi siano state sottovalutazioni da parte degli operatori di polizia.