Vai al contenuto

Allarme ONU sulla carestia per la guerra in Ucraina: “Milioni verso la fame”. La crisi alimentare tocca anche l’Italia

Pubblicato: 08/05/2022 11:28

Il World Food Programme delle Nazioni Unite lancia un appello di fronte alla prospettiva della “catastrofica carestia” che toccherà milioni di persone nel mondo a causa della guerra in Ucraina. L’agenzia chiede la riapertura immediata dei porti sul Mar Nero, compreso Odessa, da dove partono milioni di metri cubi di grano prodotti nel Paese e da cui dipendono gli approvvigionamenti alimentari di interi Stati. La crisi del grano potrebbe avere ripercussioni per anni, con l’impennata dei prezzi del cibo e milioni di persone nel mondo a rischio fame. Le conseguenze si vedono già anche in Italia, come avverte la Coldiretti.

L’ONU chiede la riapertura dei porti in Ucraina per scongiurare la carestia mondiale

Gli effetti della guerra in Ucraina riverberano in tutto il mondo, specialmente in quei Paesi più a rischio per gli approvvigionamenti alimentari. Il WFP dell’ONU prospetta una situazione catastrofica in caso non riprendano immediatamente le spedizioni di grano dall’Ucraina, che insieme alla Russia produce il 30% del grano venduto nel mondo. Afghanistan, Etiopia, Sud Sudan, Siria e Yemen sono solo alcuni dei Paesi che potrebbero affrontare le conseguenze peggiori e più immediate del blocco del commercio del grano, ma anche l’Africa dell’Est, Kenya e Somalia, sono sull’orlo del baratro alimentare.

David Beasley, direttore esecutivo del World Food Programme, ha spiegato: “In questo momento, i silos di grano dell’Ucraina sono pieni. Allo stesso tempo 44 milioni di persone nel mondo stanno marciando verso la fame“. Prima della guerra, si legge nel comunicato dell’agenzia, il cibo prodotto in Ucraina, che bastava a sfamare 400 milioni di persone, veniva esportato tramite i porti sul Mar Nero, da cui sono passati 51 milioni di metri cubi di grano negli 8 mesi precedenti all’inizio del conflitto.

Crisi del grano, prezzi in rialzo: “Catastrofe sulla catastrofe”

A rischio, ovviamente, non c’è solo l’approvvigionamento di quest’anno. I contadini ucraini sono in larga parte scappati o si sono uniti ai combattimenti, mentre quelli rimasti non hanno abbastanza manodopera per il raccolto. “I loro campi saranno stracolmi di prodotto mentre i piatti nel mondo rimarranno quasi vuoti. Se i combattimenti non cessano, la produzione nella stagione agricola 2022-23 dell’Ucraina potrebbe diminuire della metà rispetto l’anno precedente“, informa il WFP, che avverte sul conseguente aumento dei prezzi. “La guerra in Ucraina è una catastrofe in cima alla catastrofe“, commenta Beasley.

La situazione in Italia: timori della Coldiretti

La crisi alimentare globale non risparmierà l’Italia, con la Coldiretti che dipinge tinte fosche sulla conseguenza della guerra in Ucraina. “I prezzi del grano sono aumentati a livello mondiale ancora del 5% nell’ultima settimana dopo la decisione di sospendere l’attività dei porti sul Mar Nero“, si legge nell’analisi dell’associazione, che avverte sul rischio speculazione che toccherà le materie prime. L’emergenza riguarda anche l’Italia, continua la Coldiretti, che “è un Paese deficitario ed importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame“.

L’Ucraina, specifica il report, è il secondo fornitore di mais per l’Italia “con una quota di poco superiore al 13% (770 mila tonnellate), ma garantisce anche il 3% dell’import nazionale di grano“. Il primo segnale arriva dal riso, la cui produzione è crollata di 10mila ettari. La Coldiretti spiega che tra le cause c’è la siccità (conseguenza dei cambiamenti climatici) ma anche “l’esplosione dei costi energetici“, con l’aumento dei costi di produzione “provocato dalla guerra in Ucraina“.

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2022 11:32