Portando la scienza nelle case degli italiani, Piero Angela si è guadagnato nel tempo la fama di padre della cultura italiana. Ma com’era quando era uno studente? La divisione torinese di Repubblica ha diffuso la pagella del divulgatore prima della maturità, tratta dagli archivi del liceo classico Massimo D’Azeglio di Torino. Ecco quali voti aveva e come andava a scuola.
Piero Angela e la scuola: il liceo al D’Azeglio di Torino
Il voto non dice molto degli studenti ma con il senno di poi può sempre aiutare a capire qualcosa di più della persona. Piero Angela, morto all’età di 93 anni lo scorso 13 agosto 2022 era uno dei 13 studenti su 29 della classe II B che ricevettero almeno un’insufficienza prima di chiudere il penultimo anno di liceo. Lui, in particolare, chiudeva l’anno con quattro materie da recuperare: “italiano, latino, matematica, fisica e scienze” – come riporta Repubblica Torino. Insufficienze che colmò ma che si abbinavano a un inaspettato cinque in condotta recuperato anche quello, ma che macchiava il primo trimestre dell’anno. Alla fine del quarto anno di superiori, corrispondente al secondo anno di liceo classico, uscì comunque con una pagella con tutti sei e un nove, in educazione fisica. Era il 1946 e Piero Angela viveva la sua adolescenza in piena guerra, cosa che lo costrinse anche ad essere sfollato con la famiglia e a cambiare scuola per due anni su cinque. Dai racconti tramandati nella memoria dei docenti, era uno studente come tanti: “Oggi come allora, non sempre la scuola riesce a cogliere in pieno la bravura dei ragazzi”, dice la sua opinione Franco Francavilla, attuale preside, a Repubblica. Quell’inverno, poi, era stato segnato da temperature rigidissime che avevano portato gli studenti anche ad assentarsi per manifestare contro i malfunzionamenti al riscaldamento.
Piero Angela e il rapporto con la scuola
Non si distingueva quindi per rendimento scolastico Piero Angela negli anni del liceo, ma di certo si faceva notare per il suo primissimo amore, il Jazz, che non riusciva a nascondere. “Veniva a scuola vestito da sera” – avrebbero riferito i compagni di scuola. Il divulgatore infatti secondo quanto ricostruito da Repubblica, faceva spesso “tardi la sera con le orchestrine jazz“. Della passione per il jazz non ha mai fatto mistero, nemmeno nell’ultimo messaggio lasciato alla Rai e anche se non aveva conseguito nessuna laurea gliene furono conferite parecchie per i suoi meriti di divulgatore. Ricevette onorificenze in diverse discipline, soprattutto lauree nel campo scientifico (dalla Medicina sperimentale alla Fisica) e fino all’ultimo giorno dimostrò di essere un “Leonardo Da Vinci”, come lo ha definito suo figlio Alberto nel epitaffio. Questa passione per il sapere però non gli fu trasmessa a scuola, con cui anzi ebbe un rapporto conflittuale. Non tutto il male viene per nuocere però, perché fu proprio quell’esperienza difficile con l’ambiente scolastico che lo portò a compiere i primi passi nella divulgazione. In un’intervista del 2014 a Il Giornale, Piero Angela aveva dichiarato: “Non mi hanno mai bocciato, ma la scuola non mi interessava. Insegnavano male, in modo noioso, pedante. Credo che la mia vocazione sia nata proprio da quel disagio che provavo a lezione”.