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Mestre, emerge il sospetto sul guard rail basso e arrugginito, Boraso: “Volevamo rifarlo”, è polemica

Pubblicato: 04/10/2023 12:17

Poco dopo l’incidente di Mestre che ha stroncato la vita di 20 persone, ieri sera, sui social molti cittadini veneziani e residenti nei dintorni di Marghera si sono palesati sui social mettendo in luce un dettaglio che su tutti sembrerebbe essere di interesse per chi, in queste ore, dovrà ricostruire la dinamica di una strage: il guard rail.

Dalle foto che circolano in queste ore è subito chiaro: su un cavalcavia posto a svariati metri d’altezza non troviamo un guard rail solido e imponente, bensì una lamiera ad un solo livello che non va oltre il metro d’altezza. Oltre a questa protezione c’è solo, verso l’esterno, la ringhiera del passaggio pedonale: una retta di tubi sottili e arrugginiti che non potrebbero frenare la corsa di una macchina, figuriamoci quella di un autobus.

Le riprese provenienti da una telecamera di sorveglianza mostrano il bus bianco mentre attraversa il cavalcavia Vempa. In un attimo, il veicolo precipita da un’altezza di circa dieci metri.

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Un guard rail basso e una ringhiera arrugginita non hanno fermato l’autobus turistico

A mettere in luce il dettaglio è anche il video che mostra la caduta del mezzo: il pullman, nel momento in cui perde la retta via, procede pianissimo, è quasi fermo quando va contro il guard rail, eppure lo sfonda come se fosse burro: d’altronde è un mezzo da 18 tonnellate. Siamo vicino Venezia, però: da quelle parti, nei pressi di un campeggio, oltretutto, di bus turistici ne passano parecchi e quindi costruire delle protezioni che possano contenerli dovrebbe essere un pensiero centrale nella mente di chi si occupa di infrastrutture.

Tutto sull’incidente di Mestre che ha ucciso 21 persone

Stona un po’ la dichiarazione di stamattina di Renato Boraso, assessore comunale ai trasporti, che ha dichiarato: “Nel progetto da oltre 6 milioni di euro di rifacimento del cavalcavia erano compresi anche un nuovo guardrail e la modifica del parapetto”. Ora che i buoi sono scappati, dire che si intendeva chiudere il recinto suona decisamente stridente purtroppo.

Parla l’AD di La Linea: “L’autobus era quasi fermo”

Il commento di Boraso non arriva a caso: Massimo Fiorese, AD di La Linea, compagnia del pullman elettrico, aveva stamane evidenziato come sembrava che la protezione fosse una ringhiera o poco di più: “Il bus è quasi fermo quando sfonda il guardrail. Penso che l’autista abbia avuto un malore, perché altrimenti non me lo spiego. Nel video si vede che il bus è quasi fermo, il guardrail è fino, non è di quelli più moderni e più strutturati, e l’autobus pesava tanto perché era di quelli elettrici”.

Il sospetto è confermato anche da Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, che ad Ansa ha spiegato: “Parliamo di ipotesi, ma da quello che abbiamo potuto accertare attraverso i nostri referenti era un guard-rail a unica onda altezza metro e non tripla, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate”.

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2023 01:53