Vai al contenuto

Morte Valdiserri, gup sentenzia “Condotta imputata irresponsabile”

Pubblicato: 12/10/2023 16:16

Travolto e ucciso mentre camminava sul marciapiede in via Cristoforo Colombo a Roma. Nella notte del 19 ottobre, Francesco Valdiserri fu investito dall’auto guidata da Chiara Silvestri, tossicodipendente e alcolizzata. Durante l’ultima udienza la ragazza è stata condannata a 5 anni, il giudice ha dichiarato: “È evidenziato quanto sia grave e strutturata, in più profili, la responsabilità dell’imputata. Quanto sia rilevante il “grado della colpa” nell’avere tenuto l’irresponsabile condotta di guida che ha determinato la morte di un ragazzo di 19 anni e messo a rischio la vita di almeno altre due persone oltre che la propria”.
LEGGI ANCHE: “Stava per sposarsi”, chi è l’italiano nelle mani di Hamas

L’accusa è di omicidio stradale

Il gip nella sentenza ha evidenziato in più riprese che: “da un lato il dato storico che vede l’imputata commettere il fatto dopo essersi vista sospendere la patente per sei mesi per essersi rifiutata di sottoporsi agli esami tossicologici dopo un controllo stradale mentre anche in quel caso era alla guida della sua auto, e da neopatentata”. Documentato negli atti che l’imputata durante la primavera del 2022 era affetta da dipendenza da alcolici ed abuso di cocaina ed era risultata positiva per l’assunzione di cocaina ecstasy e alcol.
LEGGI ANCHE: Vajont, la tremenda gaffe della giornalista Rai: “Atti trasferiti a L’Aquila, poi la natura si è vendicata”

Luca Valdisseri: “Una condanna troppo esigua”

Luca Valdisseri, il papà di Francesco, al termine dell’udienza ha dichiarato: “Non voglio fare una valutazione della sentenza, non ho alcuna esperienza di giurisprudenza. Conoscevo un po’ la legge che però ha al suo interno una forbice molto ampia tra pena minima e massima. Credo che la scelta del giudice sia corretta, poteva essere una condanna più alta, però il fatto che abbia in qualche modo corretto la richiesta del Pubblico Ministero secondo me è un segnale di forte attenzione nei confronti di questo problema della violenza stradale e anche di rispetto nei confronti di Francesco, perché non capita molto spesso che il giudice eroghi una pena più alta di quella che è stata la richiesta dell’accusa. Non è che 5, 10 o 2 anni ci avrebbero restituito nostro figlio, ma l’importante è che sia venuto fuori con molta chiarezza che la morte di Francesco sia stata particolare, stava camminando sul marciapiede, era in una situazione in cui doveva essere totalmente protetto. Non voglio dire che un incidente stradale fra due auto sia meno grave, i lutti sono terribili sempre. Ma nel caso di Francesco, da papà ansioso, gli avevo impedito di avere un motorino ma non mi ero spinto al punto di dirgli di non camminare sul marciapiede”. I genitori di Francesco, due giornalisti competenti, non hanno mai smesso di battersi per la verità.
LEGGI ANCHE: Il Serming mette Zaki in un angolo: al suo posto giornata di digiuno e preghiera

Ultimo Aggiornamento: 12/10/2023 16:35