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Saviano a processo per diffamazione: il pm chiede 10mila euro

Pubblicato: 12/10/2023 17:02

Una condanna a 10mila euro di multa per lo scrittore Roberto Saviano, questo è quanto è stato chiesto al termine del procedimento per diffamazione nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tutto ci riporta a una vicenda del dicembre 2020 quando l’autore di Gomorra, nel corso di una puntata dedicata al tema dei migranti di Piazzapulita, su La7, definì la leader di Fratelli d’Italia e Matteo Salvini, “due bastardi”. Il pm Pollidori ha chiesto motivato la propria richiesta affermando che “quell’espressione non si può usare in nessun contesto“.
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Saviano: “Sono abituato a pagare un prezzo per ogni parola”

Saviano durante le dichiarazioni spontanee in aula, ha riferito: “Ritengo il comportamento di Giorgia Meloni un’intimidazione. Pur nell’assurdità di essere portato a giudizio dal presidente del Consiglio per averla criticata, non c’è onore più grande che può essere dato a uno scrittore che vedere le proprie parole mettere paura a un potere tanto menzognero”. Ha poi continuato dicendo: “Può il potere politico difendersi non nel processo ma dal processo? Rivendico la legittimità della mia critica. Quando un giorno ci si chiederà come è stato possibile lasciar annegare tutte queste persone in mare il mio nome non sarà tra quelli dei complici. Oggi sono qui senza Michela Murgia, che mi è sempre stata accanto”. “Davvero stiamo accettando che il potere politico pretenda che il potere giudiziario delimiti il periodo nel quale può muoversi uno scrittore? È così difficile notare la sproporzione tra chi ha il potere politico e chi ha solo le proprie parole? Sono abituato a pagare un prezzo per ogni parola. È importante però che il tribunale sappia che la scelta è stata fatta”. “Impedire il dissenso significa colpire a morte il cuore pulsante della democrazia”, ha infine concluso Saviano.
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Libra, legale della Meloni: “Bastardo è un insulto”

Luca Libra, legale della Meloni, al termine dell’udienza ha dichiarato: “Bastardo non è una critica ma sempre un insulto, anche per il dizionario è sempre un termine dispregiativo. Il diritto di critica anche per la Cassazione non può travalicare nell’uso dei termini e dal rispetto delle persone. Sostenere che Giorgia Meloni stia perseguitando qualcuno è assolutamente falso. L’imputato ha usato un linguaggio eccessivo, volgare e aggressivo; è possibile fare critica ma nessuno è al di sopra del codice penale”. La richiesta dell’avvocato è stata di 75mila euro.
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Ultimo Aggiornamento: 12/10/2023 17:10