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Amazon vende urina umana spacciandola per energy drink: ma si tratta solo di un esperimento

Pubblicato: 23/10/2023 10:33
Amazon urina energy drink

Su Amazon per diverso tempo è stato possibile acquistare confezioni di urina umana spacciate per un energy drink chiamato ‘Release’. A fare notizia è anche il fatto che questo originale prodotto sia diventato addirittura per alcune ore il più venduto della sua categoria. Non si tratta però di una truffa o di un disgustoso scherzo, come si potrebbe erroneamente pensare. L’iniziativa è invece il frutto dell’inchiesta di un giornalista, organizzata per accendere i riflettori sui massacranti ritmi di lavoro a cui sono costretti i dipendenti del colosso dell’e-commerce, che per fare pipì utilizzano spesso delle bottiglie per risparmiare tempo.
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Amazon vende urina umana spacciata per energy drink

A vendere su Amazon urina umana spacciata per energy drink è stato il giornalista britannico Oobah Butler. Il suo scopo, come già accennato, è quello di denunciare gli insostenibili ritmi di lavoro a cui devono sottostare i dipendenti dell’azienda di Jeff Bezos. Casi di dipendenti costretti a orinare nelle bottiglie per non perdere preziosi secondi di lavoro in una pausa bagno si sono già verificati in Gran Bretagna, Usa, Spagna e anche Italia.

“Avevo bisogno di qualcosa di eclatante che nessuno aveva mai tentato per riportare l’attenzione sul tema”, ammette Butler dopo aver rivelato di aver venduto su Amazon urina umana spacciandola per energy drink. “Il mio obiettivo era riuscire a vendere l’urina su Amazon”, spiega il giornalista che non ha mai nascosto le sue vere intenzioni. La bevanda ‘Release’ è stata infatti venduta come “il primo energy drink al mondo ad essere completamente riutilizzabile. Una volta che l’hai finito puoi semplicemente riempirlo di nuovo fino all’orlo e ricominciare da capo. Refill infinito”.

Sull’etichetta dell’energy drink venduto da Butler su Amazon si potevano leggere gli ingredienti: “Acqua, urea, creatina, acido urico”. Ma ad impressionare è il fatto che ad un certo punto, come denuncia il giornalista, “Amazon posta automaticamente la bevanda nella categoria degli energy drink senza effettuare nessuna verifica sanitaria”. Ad ogni modo, l’autore dell’esperimento non ha poi inviato il prodotto agli acquirenti, tanto da costringere Amazon a bloccarne automaticamente la vendita a causa dei troppi ordini cancellati.
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