Vai al contenuto

Chi era Julie, studentessa Erasmus suicida a Lecce, chiusa nel dolore della violenza subita

Pubblicato: 26/10/2023 17:11
Julie Tronet nella foto postata dalla madre
Julie Tronet nella foto che la madre ha reso pubblica

Julie Tronet studentessa suicida a Lecce: la lettera ai genitori e al coinquilino, la violenza subita e la profonda solitudine. Sono passati solo tre giorni tra il 19 e il 22 ottobre. Il venerdì è il giorno in cui la ragazza ha subìto e poi denunciato lo stupro ai medici del Pronto soccorso di Lecce. La notte della domenica, invece, è quella del ritrovamento del suo corpo senza vita da parte dei vigili del fuoco, nel suo appartamento. In mezzo, il sabato, una nottata di violenta bufera estiva in pieno ottobre. La stessa notte in cui la ragazza ha ospitato un’amica, con la quale ha urlato e pianto tutto il dolore per ciò che le era accaduto. Poi la decisione fatale e la fine dei sogni e delle speranze di una ragazza che si è sempre data tanto da fare, sensibile e dolce, che qualcuno ha spento per sempre con un atto egoista e criminale. (Continua dopo la foto)
Leggi anche: Studentessa Erasmus suicida, parla il giovane accusato di violenza

L’ingresso dell’Università del Salento

Chi era Julie Tronet, suicida a Lecce

Julie Tronet, studentessa suicida a Lecce, era una ragazza introversa e gentile. La conoscevano ancora poco, era a Lecce da fine agosto. Alla sua amica, la notte di sabato 20 ottobre, la ragazza ha raccontato tutto quello che le era accaduto. Le due ragazze hanno fatto un baccano tale da provocare le lamentele del coetaneo egiziano che condivideva l’appartamento con lei da due settimane. E lei gli ha risposto con un messaggio delicato, in un italiano stentato, ma eloquente: “Credevo che tu non fossi nell’appartamento, non è stato pianificato ma un’amica mi ha raggiunta durante la notte perché ero molto triste. Ha insistito per venire perché ho avuto un grosso problema due giorni fa e non ero in grado di stare da sola. Non succederà mai più, farò in modo di non far più altri rumori a quelle tarde ore del giorno. Niente musica e ti chiedo nuovamente scusa”.

Ora per la sua morte c’è un sospettato, forse un diciannovenne del Brindisino, che frequentava la sua stessa facoltà. Le indagini sono state avviate per violenza sessuale e istigazione al suicidio. (continua dopo la foto)

La polizia scientifica all’ingresso dell’abitazione di Julie

Il messaggio della madre di Julie Tronet

Intanto, la madre della ragazza pubblica una foto e un messaggio. La foto è quella di sua figlia con il cane di famiglia. “Il cuore è a pezzi. Non c’è niente di peggio per una madre“, scrive. E sono numerosi i messaggi di vicinanza e di cordoglio. I genitori hanno sentito Julie per telefono dopo quel 19 ottobre. La madre scrive: “Mia figlia piangeva, era spaventata. Eravamo pronti a tornare a prenderla. Non abbiamo fatto in tempo. Ora ti sei unita alla luce delle stelle”.

Appena diciassettenne, la giovane vince una borsa di studio per frequentare l’università di Lille, dove la accompagna il papà. Riesce a trovare uno studio, come lo chiamano in Francia, cioè un piccolo appartamento, a 500 euro circa per 19 metri quadri. L’esperienza le frutta anche un’intervista sulla testata telematica “La voix du nord”. Due anni dopo, la decisione di ottenere una doppia laurea con un programma Erasmus specifico. E la scelta di una terra piena di luce e di arte come quella salentina. Dove però perderà per sempre la voglia di vivere.

Le sue amiche, tutte francesi, raccontano delle sue difficoltà con l’italiano, ma della disponibilità a partecipare alle feste e agli incontri per gli universitari che si tengono spesso in città. Anche nel quartiere dove viveva Julie, passato velocemente dall’essere un posto a prezzi popolari all’ospitare bed and breakfast, studenti e locali di ogni tipo, sull’onda dell’esplosione turistica del Salento. (continua dopo la foto)

L’ospedale di Lecce

L’addio ai genitori

Dopo aver parlato con i genitori, Julie matura un senso di morte. Ne parla con la sua amica, sembrano aver superato insieme quel mostro, ma evidentemente per Julie non è abbastanza. Scrive un messaggio ai suoi genitori: “Un dolore troppo grande per continuare a vivere. Scusatemi”. Poi quello a cui i genitori stentano a credere: stringe i lacci delle scarpe alla ringhiera del letto e si toglie la vita soffocando. Sono ancora in corso rilievi, con la polizia scientifica entrata per tre giorni di seguito nell’appartamento di via Pappacoda.
Leggi anche: Roma il racconto dell’influencer, “Aggredita con un laccio alla gola”

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2023 16:16