Il caso Report, esploso dopo la puntata dedicata al partito fondato da Silvio Berlusconi, scalda gli animi. Esplode una rissa, anche se a distanza, tra il conduttore del programma di Rai3 Sigfrido Ranucci e il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Martedì sera, nel corso di una audizione in commissione di Vigilanza Rai a Palazzo San Macuto, Gasparri ha annunciato una querela contro Report e la Rai a causa di quelle che ha definito “minacce terroristiche” apparse tra i commenti alle pagine social a lui indirizzate. Ma la replica di Ranucci è da cineteca.
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Report: lo scontro tra Maurizio Gasparri e Sigfrido Ranucci
“Voglio denunciare che in questo momento un sito che è della Rai, quello di Report, che riporta notizie e commenti su questa audizione, ha delle risposte che so bene che sui social non sono della redazione. Ma della gente. – attacca Maurizio Gasparri in commissione – E ce ne sono di vario tenore indirizzate alla mia persona. Una delle quali dice: ‘bisogna usare il passamontagna per affrontare uno come Gasparri’. Certo io non mi faccio impressionare, perché quelli con il passamontagna ci hanno già provato 50 anni fa a farmi fuori e sono ancora qui”.
“Ma io me la prenderò legalmente con la Rai perché i commenti con minacce di tipo terroristico possono essere anche rimossi. – affonda ancora il colpo Gasparri – Li segnalo pubblicamente e considero questa denuncia formale agli uffici della polizia e dei carabinieri della Camera e del Senato ai quali consegnerò questo materiale”. Poi il senatore forzista mostra una bottiglietta di cognac e una carota all’indirizzo di Sigfrido Ranucci: “Se ha bisogno di farsi coraggio, qui non la mangia nessuno non c’è patibolo”.
“Il senatore Maurizio Gasparri ieri in audizione in Vigilanza mi ha portato una carota e una bottiglia di cognac. – questa la replica al veleno di Sigfrido Ranucci che giunge qualche ora dopo – Ma io sono astemio, al massimo bevo caffè, tanti 7-8 tazzine al giorno. Per quanto riguarda la carota consiglierei a Gasparri di cambiare fruttivendolo perché non sembrava freschissima. Mi ha anche accusato di mancanza di coraggio e di aver annoiato con tutta la documentazione che ho letto che testimonia il nostro lavoro a Report. Beh, 176 querele e il fatto che vivo sotto scorta la dicono lunga”.
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