
Ennesimo scontro tra Matteo Salvini e i sindacati. La base dei dissapori è lo sciopero nel settore dei trasporti proclamato per lunedì dai sindacati di base.
Il vicepremier ha dichiarato: “Non accetto 24 ore di blocco del trasporto pubblico perché sarebbe il caos. Se applicano il buonsenso non intervengo, ma se pensano di fermare tutta l’Italia per 24 ore non lo permetterò e farò tutto quello che la legge mi permette di fare”.
Nel frattempo, dal Ministero dei trasporti è partita la lettera alle organizzazioni sindacali con l’invito a rivedere lo stop.
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I sindacati hanno confermato lo stop
“Scioperiamo per aumenti salariali dignitosi, migliori condizioni di lavoro, la tutela di salute e sicurezza” ma anche “contro le privatizzazioni” e “contro il violento attacco al diritto di sciopero da parte del governo di destra”, affermano le sigle sindacali Cobas, Usb, Cub Trasporti, Sgb e Orsa.
“Il Garante non ci ha nemmeno convocati né ha avanzato alcune richiesta di riduzione dello sciopero. La nostra mobilitazione è totalmente a norma di legge. Per giustificare l’ultima precettazione del 29 settembre scorso il governo aveva usato la Rider Cup, adesso non c’è niente da far valere: ci deve spiegare perché ci obbliga a non scioperare”.
“Manterremo lo sciopero di 24 ore, sarebbe la seconda volta che il governo interviene in due mesi per ridurci uno sciopero e la situazione comincia a farsi pesante: vorrebbe dire che nel nostro paese non si può più scioperare“, ha detto Michele Frullo responsabile Usb Trasporti, all’Adnkronos.
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Immediata la replica di Salvini
“Siccome io ritengo che il diritto allo sciopero sia sacrosanto ma anche il diritto al lavoro degli italiani, cercheremo di limitare al massimo i disagi per i cittadini”, ha detto Salvini, col suo ministero già al lavoro sulla questione e quindi pronto a intervenire con una precettazione.
“Gli scioperi cadono quasi sempre il venerdì o il lunedì, difficilmente vedo uno sciopero di mercoledì”, ha sottolineato il vicepremier. Resta solo da attendere la nuova puntata di una saga destinata a non finire.
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