
È morta dissanguata, affogata nel suo stesso sangue. Sono terrificanti i risultati emersi dall’autopsia in corso sul corpo di Giulia Cecchettin: una delle coltellate di Filippo Turetta, concentrate tra i volto e il collo della ragazza, avrebbe tagliato di netto l’aorta, portando a dissanguamento nell’arco di pochissimo tempo. I risultati dell’autopsia, effettuata all’ Uoc di Anatomia Patologica dell’università di Padova, sono stati riportati da La Presse e chiariscono che il decesso sarebbe dovuto a emorragia. Nelle stesse ore si sta svolgendo l’interrogatorio di Filippo Turetta da parte del Pm Andrea Vetroni, che va avanti da 5 ore: oggi il giovane ha acconsentito a rispondere alle domande.
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Giulia, l’autopsia: era già morta una volta giunti al lago di Barcis
Tra i consulenti presenti in sede autoptica, oltre al medico legale Guido Viel, perito incaricato dalla procura, anche l’entomologo forense Stefano Vanin, il cui compito sarà quello di datare la morte in base alla presenza di larve di mosche ed insetti, repertate nelle ferite che presenta il cadavere. Ciò che è emerso è che è stata una la coltellata effettivamente mortale, ed ha causato il decesso in un tempo relativamente breve. Una volta che il corpo della ragazza è stata scaricato nel luogo del ritrovamento la giovane era già morta: ciò non toglie che sul corpo siano stati trovati i segni di una violenza ripetuta, visto che le sono state inferte 20 coltellate, molte profonde ed inferte mentre era ancora viva e cosciente.
La nonna di Giulia: “Siamo in una bolla di dolore”
La nonna di Giulia Cecchettin non si dà pace per la morte della nipote. “Giulia era meravigliosa: aveva sempre il sorriso. Amava il disegno e i fumetti. Mi mostrava le sue creazioni e mi raccontava che aveva iniziato questo corso. Era contenta di laurearsi in Ingegneria biomedica”. Ma i ricordi non bastano ad alleviare la sofferenza: “Non è facile. Siamo chiusi in una bolla di dolore”.
La nonna di Giulia Cecchettin e quella tragica coincidenza
Carla Gatto, 75 anni, è una scrittrice. E, forse, proprio da lei la povera Giulia aveva ripreso la vena creativa. E c’è una coincidenza, incredibile e tragica allo stesso tempo, che lega il destino della nipote al suo ultimo libro, presentato poche ore fa. “Emma una ragazza del Sud” è il titolo di un romanzo nel quale la protagonista è vittima di una società patriarcale, dove i maschi decidono il destino delle donne. E così, Emma, stanca della violenza del suo patrigno si ribella e, con lo zaino in spalla, scappa al Nord per realizzare i suoi sogni. Mai avrebbe pensato, Carla, che proprio la sua Giulia sarebbe diventata tragicamente il simbolo di questa lotta.
Il padre di Filippo: “Forse voleva farle paura”
L’esordio pubblico del romanzo di Carla Gatto era programmato da tempo in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Giulia – racconta la nonna al Corriere del Veneto – aveva iniziato a leggerlo. Ma Giulia non è Emma: per lei non c’è stato un lieto fine e ora abbiamo un dolore devastante da affrontare. La nostra bambina non meritava un finale così crudele”. Ma per uno stranissimo caso del destino, “racconto la storia di questa ragazza che si ribella a una società vecchia. Situazioni di possesso ancora molto frequenti. Basta guardarsi intorno”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il prossimo libro dedicato alla nipote: “Il nostro sole”
I personaggi sono inventati, frutto di tante storie vere che ho raccolto negli anni. Situazioni familiari, ma anche professionali dove alla donna, a parità di ruolo, viene chiesto d’essere un passo indietro rispetto all’uomo: accettare uno stipendio più basso o rinunciare a ricoprire incarichi riservati ai maschi. “Ho iniziato a scriverlo durante il Covid, poi ho deciso di dedicarlo a mia nuora Monica, mancata circa un anno fa. Il prossimo lo dedicherò a Giulia. Ho già in mente la storia”.
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Nonna Carla: “Non odio filippo”
Giulia, prosegue nonna Carla, “era il nostro sole”. Ma non odia Filippo, confessa di non sapere ancora cosa provare per lui: “Sentire un sentimento di rabbia è inevitabile. Provare odio, però, non è utile a nessuno. L’odio ci logora inutilmente”.