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Come funziona l’oblio oncologico: come cambia la vita per chi è guarito dal cancro

Pubblicato: 06/12/2023 10:49

Nessuno potrà più richiedere informazioni su eventuali problemi oncologici del passato in caso di richieste di adozione, mutui, assicurazioni né concorsi. Questo è quanto prevede il disegno di legge sull’oblio oncologico che ha ottenuto il via libera definitivo del Senato, dopo aver ricevuto l’approvazione lo scorso agosto alla Camera.

Al termine delle votazioni dell’assemblea c’è stato un lungo applauso dei senatori, che si sono tutti alzati in piedi.

139 voti a favore su 139 votanti, un risultato soddisfacente commentato così dalla premier: “Accolgo con grande gioia l’approvazione all’unanimità di una norma di civiltà che cancellerà quelle umilianti e ingiuste discriminazioni che pesavano sulle persone guarite da patologie oncologiche”.
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Come funziona l’oblio oncologico

La legge sancisce il diritto all’oblio per tutti coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche, con l’obiettivo di prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti. Adesso adottare un bambino, chiedere un mutuo in banca o partecipare a un concorso pubblico, per chi ha avuto un cancro ed è guarito, sarà di più facile attuazione.

In pratica, la legge sbarra la strada alla richiesta di informazioni su una pregressa patologia oncologica, dopo 10 anni dal termine dei trattamenti – in assenza di recidiva di malattia in questo periodo – e dopo 5 anni per i pazienti in cui la diagnosi sia antecedente ai 21 anni.
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Gli oncologi: “Italia all’avanguardia”

L’Associazione italiana di oncologia medica e la Fondazione Aiom ha dichirato, dopo l’approvazione: “Una legge che pone l’Italia all’avanguardia in Europa. Si tratta di una battaglia di civiltà che segna la fine di troppe discriminazioni subite finora dai cittadini guariti dal cancro. Siamo orgogliosi di aver contribuito a questo importante risultato”. 

Francesco Perrone, presidente di Aiom, ha aggiunto: “I cittadini guariti dal cancro in Italia non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare. Sono infatti previste specifiche norme che tutelano gli ex pazienti da possibili discriminazioni nel campo assicurativo e finanziario, oltre che nell’ambito lavorativo”. 
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