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Covid, aumentano i morti: ritornano gli open day

Pubblicato: 07/12/2023 17:24

L’immunologo Anthony Fauci, vedendo all’orizzonte il rischio di una nuova ondata Covid, non aveva usato mezzi termini per parlare alla popolazione statunitense “dell’importanza dell’usare le mascherine quando il virus inizia a diffondersi in velocità”. Le parole dell’ex direttore dell’Istituto nazionale della salute degli Stati Uniti per le allergie e le malattie infettive erano arrivate proprio mentre le nuove varianti Covid (Pirola ed Eris) si stavano espandendo in vari Paesi. Ora, a distanza di un mese, quella previsione si sta trasformando in emergenza. I contagi in 21 giorni sono pressoché raddoppiati: da 27mila casi nella settimana 2-8 novembre, si è passati a 52.175 in quella 23-29 novembre. Chi rischia di più? Anziani e fragili si trovano in prima linea. E, visto che solo il 7% tra gli over 70 si è vaccinato (tra i malati fragili ancora meno), la Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi) ha lanciato l’allarme: “Si temono 15mila morti”.

Contagi settimanali raddoppiati, 307 vittime nell’ultima settimana

I dati di oggi sono allarmanti: Quasi 60mila nuovi casi di Covid e 307 vittime nell’ultima settimana. Il bollettino settimanale diffuso oggi dal ministero della Salute segnala un aumento del 14% dei contagi e del 5% dei morti ascrivibili a complicanze da Covid.

La ripresa dei contagi non è un’opinione, ma tanto evidente da consentire di parlare di nuova ondata Covid. Questo anche considerando il fatto che molti, in presenza di blandi sintomi che rimandano ad un semplice raffreddore (che però non è), non fanno il tampone. Tutto questo fa da cornice ad un quadro che comunque già allarma. Qualche dato per capire: secondo l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, nelle ultime tre settimane i contagi settimanali sono quasi raddoppiati (+94,3%), mentre crescono pure i ricoveri in area medica (+58,1%). Due dati, questi, che però possono essere sottostimati, vista la tendenza tra gli italiani a sottovalutare la malattia Covid, banalizzandola a semplice influenza o addirittura pensando di esserne immuni e che il contagio riguardi solo il prossimo. Non può essere sottostimato, invece, un altro dato, quello dei decessi: in un mese ne sono stati registrati 881 (300 nell’ultima settimana), quasi raddoppiati e tutti riguardano over 80.

In una fase post pandemica in cui si è raggiunta una sorta di immunità ibrida (una parte degli italiani si è vaccinata, un’altra si è ammalata) il virus è stato tenuto tutto sommato a bada. Ma ora le cose stanno cambiando: nessuno indossa le mascherine e pochissimi si vaccinano, così il virus (soprattutto la variante Eris, oggi prevalente al 52%) razzola quanto vuole ed espande il proprio raggio d’azione. Ciò si traduce nel raddoppio dei contagi denunciato da Gimbe, che negli adulti (non anziani) provoca una sintomatologia abbastanza leggera: mal di gola; tosse secca; congestione nasale, naso che cola, starnuti. Oltre a possibili stanchezza, affaticamento, mal di testa, dolori articolari e muscolari.

Si torna agli open day

Visto che le vaccinazioni anti-Covid, con la nuova campagna avviata e diretta in primo luogo ai fragili, non decollano ancora, ci si sta industriando per farla andare a regime. Incentivare le immunizzazioni tra le categorie più a rischio, dunque, è oggi la priorità e per questo si è riunita la cabina di regia al ministero della Salute. Con l’obiettivo di superare incertezze e stanchezza dei cittadini, oltre a problemi logistici sul territorio, si punta anche ad organizzare Open day pro-vaccinazioni negli studi dei medici di famiglia. Al 30 novembre in tutta Italia sono state somministrate 1.042.541 dosi anti-Covid. Purtroppo, rileva Nino Cartabellotta, presidente di Fondazione Gimbe, “al fenomeno della stanchezza vaccinale e alla continua disinformazione, si sono aggiunti vari problemi logistico-organizzativi: ritardo nella consegna e distribuzione capillare dei vaccini, insufficiente e tardivo coinvolgimento di farmacie e medici di famiglia, mancata attivazione della chiamata attiva dei pazienti a rischio, difficoltà tecniche dei portali web di prenotazione”.

Il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, ha spiegato: “Le Regioni stanno organizzando in tutta Italia open day e altre misure organizzative per facilitare l’accesso dei cittadini alla vaccinazione senza alcuna prenotazione. I fragili rischiano di sviluppare forme gravi della malattia”.

richiamo e terza dose vaccini, aifa chiarisce

Con la Cabina di regia, si punta dunque a dare nuovo slancio alla campagna vaccinale. Le Regioni, spiega il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero Francesco Vaia, “hanno assunto l’impegno a potenziare tutte le azioni necessarie per implementare la vaccinazione di prossimità, attraverso Open day vaccinali e ponendo medici di medicina generale, farmacie e tutti i setting assistenziali, nelle condizioni di aumentare la propria offerta vaccinale, provvedendo a una più efficiente distribuzione delle dosi di vaccino Covid e antinfluenzale”. Nel contempo, Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), annuncia che i medici sono “pronti a sedersi con le Regioni a livello nazionale per favorire i tavoli aziendali per la creazione di Open day negli studi più organizzati”.

Chi rischia di più: i ricoverati sono per la maggioranza anziani

Ma, già dai 60 anni di età, il Covid può produrre ben altro. Lo spiega Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano: “Quella che stiamo vendendo è un’onda di salita di contagi difficile da valutare perché si mescola all’onda di salita dell’influenza”, premette. Dunque chi rischia di più? “Sicuramente le persone anziane, i pazienti fragili di ogni età – spiega Pregliasco – . Quanto alle prime, dai 60 anni il rischio di complicazioni conseguenti all’infezione Covid si agrava con l’avanzare dell’età e la presenza di comorbilità. Mi riferisco a immunodepressione tipo Hiv, malattie oncologiche ematologiche, broncopneumopatia cronica ostruttiva, asma instabile, insufficienze cardiache di varia tipologia (disfunzione ventricolare), diabete scompensato, obesità, insufficienza renale”. Cosa fare se si rientra in queste categorie? “Sicuramente occorre sottoporsi a richiamo vaccinale, che nel futuro sarà previsto annualmente – conclude Pregliasco – . Dovrà diventare un’abitudine, come quella di fare il vaccino antinfluenzale”.

Inps - Pensioni

Ora i ricoverati negli ospedali per Covid o con Covid hanno in media più di 70 anni. Ricoveri che salgono ancora: in una settimana il numero dei pazienti è cresciuto del 25,3%. Per la stragrande maggioranza si tratta di ricoverati nei reparti Covid ordinari e solo il 3% del totale degli ospedalizzati è in Terapia intensiva. Dai dati diffusi da Fiaso (Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi) emerge che 1 su 4 (il 26%) è ricoverato per Covid ovvero con sindromi respiratorie e polmonari mentre il 74% con Covid, cioè in ospedale per curare altre malattie, ma trovato positivo. Secondo il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore: “I numeri confermano il trend in crescita. Assistiamo a una maggiore circolazione del virus che impatta, seppur in minima parte, sugli ospedali incrementando i ricoveri”. L’età media dei pazienti, aggiunge, rimane elevata, sui 76 anni e “ciò evidenzia come il Covid in questa fase sia pericoloso soprattutto per anziani affetti da altre patologie che il virus contribuisce ad aggravare”.

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2023 17:25