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Graviano e Messina Denaro al Maurizio Costanzo Show per uccidere il giornalista: lo scatto che fa gelare il sangue

Pubblicato: 23/12/2023 11:39

Siamo agli inizi degli anni ’90, la stagione stragista imperversa e gli attentati si moltiplicano di giorno in giorno. È il momento delle stragi di via dei Georgofili e di Via Palestro o dei tentativi falliti come quelli allo stadio Olimpico o quello ai danni di Maurizio Costanzo.

Ed è proprio un fotogramma rivisto a distanza di oltre trent’anni che fa gelare il sangue. Siamo al teatro Parioli di Roma, durante il Maurizio Costanzo Show e nello scatto sono immortalati Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano. I due erano da tempo latitanti, erano “in missione a Roma per conto di Salvatore Riina” così racconta Repubblica, a corredo dello scatto.

I due boss erano al Parioli per studiare come colpire Costanzo dopo l’assassinio dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle loro scorte.
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L’attentato fallito a Maurizio Costanzo

Il tentativo fallimentare avvenne il 14 maggio del 1993. Un’autobomba esplose in Via Fauro ai Parioli. Circa 70 chili di tritolo indirizzati a Maurizio Costanzo per il suo impegno contro la mafia. Il celebre giornalista, l’allora compagna Maria De Filippi, il cane Liù, e gli uomini della scorta si salvarono per un pulsante premuto in ritardo.   

Nella lunghissima lista di sangue della Cupola palermitana figurava anche il suo nome. Insieme a Michele Santoro aveva organizzato una maratona tv a reti unificate tra i canali di Berlusconi e quelli Rai per ricordare Libero Grassi, l’imprenditore simbolo della lotta al pizzo ucciso dalla mafia. In una puntata del Maurizio Costanzo Show aveva “commesso l’imprudenza” di bruciare una maglietta con scritto “Mafia made in Italy”. E poi aveva ospitato molte volte Giovanni Falcone, il nemico più odiato dal clan dei corleonesi. Pare sia stato proprio Totò Riina a dichiarare che Costanzo gli aveva “rotto i cogl…”.

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Così la scelta di organizzare l’attentato e spedire Messina Denaro e Graviano a sondare il terreno, nonostante il mandato di cattura che si stagliava sulle loro teste.
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Il fotogramma individuato dagli inquirenti di Firenze

matteo messina denaro

I fotogrammi in cui compaiono i due boss sono stati individuati dagli inquirenti di Firenze, nella stessa inchiesta in cui è coinvolto l’ex senatore Dell’Utri e in cui lo era anche Berlusconi.
Messina Denaro e Graviano sono stati individuati in ben due serate: quella del 13 novembre e quella del 30 dicembre. A riconoscerli sarebbero stati anche diversi collaboratori di giustizia. A suggerire agli inquirenti dove cercare quei fotogrammi è stato lo stesso Graviano, che in un’intercettazione in carcere aveva raccontato a un altro detenuto di essere stato a Roma con Messina Denaro e di aver proprio partecipato tra il pubblico al Maurizio Costanzo Show.

Scatti che a distanza di trent’anni fanno ancora paura e che ben esplicano il clima di terrore respiratosi nei primi anni ’90.
Nove bombe, 21 vittime, oltre ad altri due attentati con altre due vittime. E’ la “stagione stragista” di cosa nostra, allora guidata dai “corleonesi” di Riina e Provenzano. Per colpire magistrati e uomini delle forze dell’ordine che erano ritenuti troppo “pericolosi” ma anche per colpire lo Stato dopo il maxiprocesso che aveva duramente colpito la mafia siciliana e per tentare di spingerlo ad allentare le misure contro i mafiosi. Un progetto, al quale partecipò in parte anche la ‘ndrangheta, su cui ancora indagano le procure di Caltanissetta, Reggio Calabria e Firenze.
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