
Prevista per il 18 gennaio 2024 la prima udienza del processo che vede seduto al banco degli imputati Alessandro Impagnatiello. Il 30enne è accusato di aver ucciso a coltellate lo scorso 27 maggio la compagna Giulia Tramontano che da lui aspettava un figlio.
A difendere Impagnatiello ci saranno due donne: Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia. Decisivo il punto relativo alla perizia psichiatrica, probabilmente l’unica possibilità per la difesa di evitare l’ergastolo.
La procura in questi mesi ha deciso di non interrogare Impagnatiello, una decisione per non dar modo al 30enne di preparare una nuova versione prima del processo.
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Ma quale sarà la strategia difensiva?
Una situazione, quella di Impagnatiello, gravissima. La perizia psichiatrica è la carta decisiva in mano alle legali del barman per evitargli l’ergastolo. Resta da capire se ci siano o meno gli estremi per richiederla. Per la Procura, la lucidità dell’ex barman non è indubbio.
“Impagnatiello sapeva quello che faceva e per mesi ha progettato l’omicidio, cercando di avvelenare Giulia con il topicida prima di ucciderla brutalmente a coltellate” questo è quanto riferito dalla difesa della famiglia della Tramontano.

Secondo la versione fornita dal legale della famiglia Cacciapuoti, Alessandro Impagnatiello fingeva soltanto di essere felice per la prossima nascita del figlio Thiago. Dietro le quinte, infatti, tramava per liberarsi del bambino e di quella che era la sua compagna, ricorrendo al veleno.
Cacciapuoti, nello specifico, fa riferimento al video del baby shower, tradizionale festa prenatale in cui si accoglie la futura nascita del bebè. Nel filmato, Alessandro Impagnatiello sorride, mostrando un’emozione non provata. Mentre Giulia, familiari e amici festeggiavano per il bambino in arrivo e gioivano nello scoprire il sesso del nascituro, Impagnatiello stava già avvelenando la fidanzata.
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