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Incidente Alaska Airlines, gli esperti avvertono: “Tenete i bambini legati, potrebbero essere risucchiati via”

Pubblicato: 11/01/2024 16:01

L’ultimo incidente dell’Alaska Airlines è ormai da giorni sotto la lente d’ingrandimento degli esperti National Transportation Safety Board (NTSB). Il Boeing 737-9 Max, protagonista dell’incidente, è ora al vaglio degli ingegneri che stanno tentando di comprendere il perché dell’accaduto.
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Ma c’è un ennesimo campanello d’allarme che gli esperti hanno voluto sottolineare: i bimbi che a bordo non era allacciati con le cinture hanno rischiato seriamente di essere risucchiati nel vuoto con conseguenze drammatiche. “Se ci fosse stato un passeggero che teneva in braccio un bambino vicino al punto in cui il portellone è esploso, la forza sarebbe stata tale che il bambino in braccio sarebbe stato strappato dalle mani dei suoi genitori e risucchiato fuori dall’aereo” hanno spiegato i funzionari statunitensi, raccomandando ai genitori di acquistare posti separati per i neonati o bimbi piccoli sui voli invece di tenerli in grembo.
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Come fare con i bambini in volo

L’NTSB ha sottolineato che sia l’ente che la Federal Aviation Administration Usa raccomandano posti separati per i bimbi e seggiolini adatti per tenerli allacciati. Anche se le politiche commerciali per i bambini sotto i 2 anni permettono di tenere i piccoli in braccio senza acquistare un altro posto a bordo, la pratica è sconsigliata dagli enti dell’aviazione civile per una questione di sicurezza.

Come hanno sottolineato gli esperti dell’NTSB è importante tenere allacciate le cinture di sicurezza anche durante eventi di turbolenza più comuni e non solo per situazione estreme come quella dell’Alaska Airlines.

Nei giorni successivi all’atterraggio d’emergenza dell’aereo dell’Alaska Airlines, sono stati rinvenuti sparsi in zone residenziali due cellulari, il poggiatesta di un sedile, il telaio di un finestrino e altri oggetti vaganti risucchiati dal velivolo. Difatti il segnale delle cinture allacciate era ancora acceso poiché l’aereo era in fase di decollo, motivo per cui, non ci sono stati feriti.

Due incidenti simili nel 1988 e nel 2018

Il volo Aloha Airlines 243 fu un volo di linea della Aloha Airlines tra le città di Hilo e Honolulu nelle Hawaii, Stati Uniti d’America. Il 28 aprile 1988, il Boeing 737-200 che operava il volo subì ingenti danni in seguito ad una decompressione esplosiva avvenuta mentre si trovava alla quota di 24.000 ft (7.300 m), scoperchiandosi per un quarto della sua lunghezza.

Nonostante ciò i piloti furono in grado di atterrare in sicurezza all’Aeroporto di Kahului di Maui. Unica vittima fu l’assistente di volo Clarabell Lansing, risucchiata fuori dal velivolo attraverso la enorme apertura creatasi nella fusoliera, ed il cui corpo non fu mai ritrovato; i feriti, alcuni gravi, furono 65.

Il secondo invece è più recente: il 17 Aprile 2018 il Boeing 737-700 della Southwest Airlines decolla dall’Aeroporto La Guardia di New York verso Dallas. A bordo ci sono 144 passeggeri e 5 membri di equipaggio. Quasi al raggiungimento della quota di crociera, a bordo si sente una forte esplosione, vari frammenti colpiscono la fusoliera ed uno in particolare causa la rottura di un finestrino.

Questo provoca una violenta fuoriuscita d’aria e la depressurizzazione della cabina. Una passeggera, Jennifer Riordan di Albuquerque, Nuovo Messico, rimane uccisa dopo essere stata quasi risucchiata fuori. In cabina di pilotaggio intanto, la comandante Shults stabilizza l’aeroplano e avvisa il Controllo del Traffico Aero che farà un atterraggio di emergenza. 
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Ultimo Aggiornamento: 11/01/2024 18:15